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Avviso ai naviganti – Lucca, il fumetto e Internet

Si è appena conclusa la ventisettesima edizione di Lucca Comics, kermesse semestrale (a marzo ed in autunno) punto di riferimento per chi produce, vende e legge fumetti.

di Nicola D’Agostino

Da qualche anno anche i peraltro apatici telegiornali nostrani hanno iniziato a relazionare con brevi servizi quindi non vi tedierò con un reportage. Interessante, piuttosto, porre la luce sulla crescente applicazione della telematica e dei computer in generale in questa mostra-mercato, anzitutto dal sito ufficiale di Lucca Comics su Internet, costantemente aggiornato (ospitato come per ogni città del ventesimo secolo che si rispetti, sulla rete civica del comune…) con programmi, comunicati stampa, avvisi ed un pizzico di storia, fino alla parte espositiva vera e propria. Qui troviamo enciclopedie e database su cd-rom, una sezione chiamata Lucca Junior in cui grazie a computer, scanner, stampante e modem (ed assistiti da valenti professionisti) i ragazzi potevano comunicare al mondo intero i loro disegni, stand dedicati a fanzine on-line ma anche consolle, realtà virtuale ed altro dato che Lucca non è solo e strettamente fumetto e lo spazio offerto a Lucca Games (dedicata ai giochi dalle carte di Magic ma anche agli ammenicoli di simulazione più fantascientifici) è in costante espansione.

Del resto la tecnologia non è cosa nuova alla manifestazione lucchese. Già nei primissimi anni 90 in alcuni stand era possibile sperimentare la citata accoppiata computer-scanner in dimostrazioni di colorazione o lettering (cioé l’arte di scrivere in bella calligrafia i testi e dialoghi in balloons e didascalie) computerizzati. E ricordo anche alla manifestazione romana ExpoCartoon (rivale giovane ma agguerrita di Lucca) nel megagalattico stand della Disney dei Macintosh su cui artisti dello staff della Disney italiana coloravano e fotoritoccavano delle tavole di Paperinik destinate alla rivista PK!.

Infatti, anche se il fumetto è un media che ha conservato la sua connotazione quasi artigianale, computers ed internet hanno fatto il loro ingresso nella fase produttiva ormai da tempo. Non solo molte case editrici hanno siti web (per le quali vale l’assioma che più grande è l’editore e più imponente è la pagina…) ma impaginazione, effetti grafici, colori e sempre più spesso lettering sono gestiti da collaboratori appositi su workstation grafiche, anche nelle case editrici più tradizionali.
Un esempio è la Bonelli, che ha un computer dedicato (un Acorn Archimedes) per la colorazione e la produzione delle pellicole della copertina di albi da Dylan Dog a Martin Mystere, ma anche la tradizionalista Disney ha abbracciato da tempo gli strumenti tecnologici per le sue pubblicazioni, tra cui il fortunato e sunnominato PK! che su tecniche di colorazione ed applicazione di effetti e retini via computer fa affidamento ormai da anni.

Una piccola, lenta, prorompente rivoluzione, insomma, che ha investito ed investe tuttora il mondo del fumetto, dagli aspetti più appariscenti (le copertine) fino a quelli più sotterranei. Complice anche Internet la comunicazione tra le case editrici ed i collaboratori (scrittori, scenggiatori, ma anche articolisti e redattori) non è mai stata così facile e una semplice e-mail permette di rispettare i tempi di produzione anche quando si è in viaggio, magari proprio ad una mostra-mercato.

Articolo originariamente pubblicato nell’aprile 1998 nello spazio “Avviso ai naviganti” curato dall’associazione Metro Olografix sul quotidiano “Il Centro”.