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Zerocalcare: dal webcomic alla carta

Durante un incontro con il pubblico al Napoli COMICON 2017 ho chiesto a Michele Rech, meglio noto come Zerocalcare, se e come coniuga la produzione di storie a fumetti per il suo blog con la raccolta in libro. Ecco la sua risposta.

NDA: Come lavori? Ovvero: come ti metti a fare una storia per il web e se pensi al fatto che magari finirà stampata su carta.

Zerocalcare: Io in realtà lavoro male, nel senso che lavoro senza pensare [la storia] specificatamente per il web come tipo di formati. Prima si raccontava di come le tavole scorrano in verticale, ma io in realtà lavoro su delle tavole A3. Nonostante che su Internet si scorre così, in basso, tutto quello che faccio su delle tavole A3, […] come per l’editoria tradizionale.
Quindi tendenzialmente faccio lo storyboard sul quaderno, poi faccio le matite sulla tavola A3, l’inchiostrazione tutta cartacea, scannerizzo tavola per tavola e poi le metto su Internet impilate. In teoria sarebbero anche direttamente riportabili immediatamente su carta.
All’inizio ero molto rigido su questa cosa e le tavole che facevo erano proprio quelle sostanzialmente che andavano su Internet e poi su carta. Nel corso degli anni in realtà ho sbragato perché con la fretta di fare le cose alla fine le realizzavo che magari non andavano bene e mi accorgevo dopo che dovevo aggiungere dei pezzi e quindi ho cominciato ad aggiungere dei pezzi con Photoshop quindi ad allungare artificialmente la tavola per aggiungerci una striscia in mezzo o cose di questo tipo ed effettivamente mi sono posto il problema nel momento in cui il secondo libro di raccolta delle storie del blog ci siamo trovati a doverlo stampare, c’erano alcune tavole che erano fuori formato. Rispetto al primo, in cui tutte sono perfettamente centrate, qui c’era a volte degli spazi vuoti, delle cose più strette, perché abbiamo dovuto aggiustare delle cose per la stampa. Però sta tutto alla mia pecionaggine, perché se io avessi tempo di fare le cose fatte meglio io lavorerei per un formato che comunque è pensato per la stampa, perché io poi ho cominciato a lavorare per il cartaceo prima che sul web.