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Windows sui Mac: Boot Camp sconcerta e meraviglia

Clamore in Rete ma anche in borsa per l’utility che permette ufficialmente all’OS di Microsoft di sbarcare sui Macintosh.

di Nicola D’Agostino

A poche ore dal rilascio ufficiale di Boot Camp, l’utility di Apple per installare Windows Xp sui Macintosh con processore Intel sono già numerose le reazioni ed i commenti di utenti, osservatori e mercato.

La reazione più immediata e prevedibile è ovviamente quella di sconcerto. Molti degli utenti Apple più “fedeli” fanno equivalere l’offerta di Boot Camp con la fine della piattaforma Mac, sia come segnale immediato che per i futuri effetti deleteri: c’è la possibilità che le software house smettano di realizzare versioni dei programmi per Mac Os X ora che si può avviare ed usare l’hardware di Cupertino con l’Os di Redmond.

Il significato del poter installare e usare Windows su Mac sicuramente non è da sottovalutare e non ha tutti i torti chi lo considera la fine di un’era, ultimo bastione che crolla di una passata e fiera originalità, indipendenza e diversità (“Think Different” è stato uno degli slogan dell’azienda).
Ma non è da sottovalutare nemmeno il segnale di estremo pragmatismo comunicato da Steve Jobs e dai vertici di Apple. È lo stesso pragmatismo che è dietro alla scelta, la scorsa estate, di passare a processori Intel. Jobs è fermamente intenzionato a evitare gli sbagli del passato e anzi intende conquistare fette più ampie di mercato per i Macintosh anche con mosse spregiudicate come queste, anche in vista di una probabile flessione delle vendite di iPod e di musica e filmati sull’iTms (che Apple sta letteralmente premendo con atteggiamenti discutibili da monopolista).

Un Boot Camp non più fornito solo da smanettoni o siti di appassionati ma targato Apple si può tradurre nella conquista di settori come It e formazione, mercati sino ad ora perlopiù preda di marchi come Dell, Hp o Ibm.
A questo bisogna aggiungere l’entusiasmo di smanettoni, curiosi e ex utenti Windows, che ora hanno un motivo in più di scegliere un Macintosh, che appare a tutti gli effetti come il “Pc definitivo”, in grado di far girare i principali sistemi operativi (Mac Os X, Windows, Linux) e capace di assicurare compatibilità totale con qualsiasi software. Basta un riavvio.

Interessante infine la risposta della borsa: a poche ore dall’annuncio le azioni di Apple a Wall Street sono momentaneamente salite dell‘8%. Che sia un premio alla spregiudicatezza e determinazione di Jobs?

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it