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Usa uno strano browser (Lynx). Arrestatelo!

Un versamento di beneficenza on line si trasforma in un incidente ai confini dell’incredibile. Protagonista un cittadino britannico, considerato un male intenzionato e fermato dalla polizia.

di Nicola D’Agostino

Un cittadino britannico è stato arrestato in seguito ad accuse di accesso non autorizzato a sistemi informatici. L’uomo, un londinese di 28 anni, si sarebbe reso responsabile di un tentativo di hacking al sito web Disasters and Emergency Committee (DEC), destinato agli aiuti umanitari per le vittime del maremoto nel sudest asiatico.

L’accesso risalirebbe al 31 di dicembre scorso e la polizia metropolitana ha agito in questi giorni dietro segnalazione della British Telecom, arrestando l’uomo e rilasciandolo solo dietro cauzione, mantenendo inoltre, con lo scopo di esami più approfonditi, le apparecchiature informatiche sequestrate durante il raid.

Esiste però un’altra versione della vicenda, secondo cui si tratterebbe di un clamoroso errore causato dai responsabili di British Telecom (BT). Questi ultimi avrebbero frainteso la lettura dei log dei server del sito e avrebbero maleinterpretato i dati relativi all’accesso dell’utente che ha effettuato una donazione di beneficenza tramite un browser testuale – questo è il punto.

L’accesso è avvenuto infatti da piattaforma Solaris tramite linea di comando con Lynx, uno storico browser nato presso il CERN nel 1992 e tuttora sviluppato e usato, ad esempio su computer poco potenti o da utenti con disabilità, in congiunzione a software di sintesi vocale.

L’utilizzo dell’inusuale Lynx in vece dei più noti Internet Explorer, Netscape, Opera, Mozilla Firefox o Safari avrebbe causato perplessità negli operatori di BT, arrivando forse per eccesso di zelo ad un arresto in pompa magna.
Un arresto che evoca ricordi spiacevoli per statunitensi e italiani, non nuovi a sequestri indiscriminati da parte di ufficiali e “esperti” zelanti (e poco informati) e che, se si confermerà ingiustificato, rischia di trasformarsi in un duro colpo all’immagine del provider e della polizia londinese.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it