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Un musicista dalla parte dei pirati

Cantante, musicista, geek, ribelle, manager:Trent Reznor dei Nine Inch Nails è tutto questo e le sue mosse recenti lo hanno messo in contrasto aperto con le multinazionali del disco.
Vediamo come ha fatto a divenire uno dei personaggi più scomodi per l’establishment discografico.

di Nicola D’Agostino

Quelle avide etichette

Nel maggio 2007 Reznor si è scagliato contro la major che pubblica i suoi dischi, la Universal quando ha scoperto il prezzo a cui sarebbe stato venduto il suo disco “Year Zero” dicendo che non si meravigliava affatto che la gente piratasse musica. Non solo: quando ha chiesto ad un addetto il perché del prezzo alto (più alto di altri dischi) la risposta è stata che la sua audience era composta da “veri fan” disposti a pagare “qualsiasi cifra” mentre il pop “bisogna farlo scontato per venderlo”. Insomma: essere dei fan vuol dire venire spremuti.

Trent dice: rubate la mia musica!

La seconda “bomba “il leader dei Nine Inch Nails l’ha sganciata in Cina qualche mese dopo, a settembre. A Pechino per partecipare ad un festival rock, ha concesso un’intervista al sito music2dot0 ha esortato i fan cinesi a scaricare gratis i suoi brani piuttosto che comprarli in edizioni illegali pirata. Vista la particolare situazione del mercato cinese Reznor ha detto chiaramente che sì, apprezza molto chi compra i suoi dischi ma che se non si trovano in edizione originale trova accettabile che la sua musica la si scarichi e condivida.

Sentito? Rubatela!

Qualche giorno dopo, in un concerto in Australia Reznor ha ribadito il concetto. Il nocciolo della questione è ancora una volta la speculazione ed il prezzo ingiustamente alto della sua musica a cui ha risposto con l’incitazione “rubate, rubate e rubate ancora e datela a tutti i vostri amici e continuate a rubare.

Fuga dalla major

Dalle parole ai fatti: i primi di ottobre sul sito web nin.com si annuncia che i Nine Inch Nails, dopo 18 anni di contratti non si affideranno più a case discografiche e che finalmente avranno un rapporto diretto con il pubblico. E a fine mese Reznor produce e convince il poeta e rapper Saul Williams a distribuire online il suo nuovo disco gratis o dietro un contributo, negoziando poi in prima persona per l’amico tutti i dettagli di un contratto di distribuzione via Internet.

L’unico utente conosciuto di OiNK

Reznor aveva ammesso già a maggio di scaricare musica via filesharing. Ma a fine ottobre fa un gesto ancora più deciso: non si fa problemi ad ammettere di essere stato utente attivo del server OiNK (l’unico ad ammetterlo pubblicamente) da poco chiuso in un raid. Senza falsi moralismi Reznor lo definisce il “migliore negozio di dischi al mondo” e qualcosa “senza equivalenti nei rivenditori digitali” e sottolinea che seppure “non moralmente corretto” un sito come OiNK esiste perché riempie un vuoto, assolve ad un’esigenza, a una richiesta degli ascoltatori e degli amanti della musica.
Come dargli torto?

Rubate, condividete e continuate a rubare!

Ecco cosa ha detto Reznor al pubblico australiano in settembre e immortalato in vari video su YouTube:

Trent Reznor dei Nine Inch Nails

“La mia etichetta discografica mi odia perché li ho criticati, li ho descritti come i fottuti stronzi avidi che sono… beh, sapete cosa intendo: rubatela [la musica]. Rubatela pure. Rubate, rubate e rubate ancora e datela a tutti i vostri amici e continuate a rubare. Perché in un modo o nell’altro questi stronzi devono farsi entrare in testa che stanno fregando la gente e non è giusto.”

Una versione di questo articolo è stata (presumibilmente) pubblicata su "Hacker Journal" nel dicembre 2007