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Un albo per i professionisti hi-tech?

Due proposte di legge, una del governo l’altra dell’opposizione, avanzano l’idea. Ma la sezione italiana della International Webmasters Association risponde: “no grazie”.

di Nicola D’Agostino

In Parlamento sono in discussione due proposte per regolamentare le professioni inerenti l’informatica: un progetto di legge ora alla Camera (n. 2488), che reca la firma dell’Onorevole Pierluigi Mantini e di altri parlamentari del Gruppo Margherita, DL – L’Ulivo, dal titolo Disposizioni per la regolamentazione delle nuove attività professionali, e un disegno di legge presentato al Senato (n. 1305) intolato Disposizioni in materia di disciplina degli esperti informatici, il cui firmatario è il senatore Filadelfio Guido Basile – Gruppo Forza Italia.

In risposta alle due iniziative parlamentari si è mossa la sezione italiana di Iwa-Hwg, International Webmasters Association/Html Writers Guild, il cui Presidente Roberto Scano, in una lettera aperta dell‘11 luglio, si rivolge ai due parlamentari e indica una serie di anomalie nei progetti che potrebbero causare un isolamento economico e professionale dell’Italia dal resto dell’Unione Europea e del mondo, sottolineando che le professioni del settore informatico sono caratterizzate dalla non-localizzazione del mercato lavorativo.

In seguito Iwa-Italia ha fatto anche notare che già nel 2001 e nel 1996 erano state presentate proposte di legge identiche a quella di Basile se non per la diversa composizione del consiglio dell’albo degli informatici. Questa procedura è stata stigmatizzata come copia e incolla dall’Aip (Associazione Informatici Professionisti) in un suo comunicato, in cui aggiunge che dal 1996 probabilmente qualcosa è cambiato, non ultima l’idiosincrasia sempre più forte delle istituzioni europee verso il sistema ordinistico italiano.

Dalle numerose discussioni su forum e newsgroups (tra cui it.lavoro.professioni.webmaster) emerge di fatto la sostanziale opposizione di quanti lavorino nel settore informatico, spesso senza laurea, che si sentirebbero fortemente penalizzati, in particolare, dal disegno di legge del senatore di Forza Italia.
Secondo dati ufficiosi in Italia sarebbero oltre 50.000 gli informatici impiegati fra laureati, tecnici e
periti informatici, dato che sembra sia destinato ad aumentare. I riconoscimenti di professionalità, fondamentali per lavorare nel settore, sono quasi tutti emessi da aziende quali Microsoft, Cisco, Sun e Adobe, e sono riconosciuti a livello mondiale, al contrario di iscrizioni ad albi professionali. Le varie proposte legislative di regolamentazione sinora presentate, quindi, risulterebbero avulse dalla realtà, oltre che in contrasto con le direttive europee (che vietano la nascita di nuovi albi e ne consigliano caldamente l’eliminazione entro l’anno 2006).

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it