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Twitter chiama. E Phrazr risponde

Due servizi agli antipodi che giocano -nel bene e nel male- sulle possibilità comunicative della connettività permanente e sugli aspetti sociali della Rete.

di Nicola D’Agostino

Ideato da Evan Williams, padre di Odeo, Twitter è un servizio per mandare brevi messaggi (fino 144 caratteri) ad amici e contatti online.
I “messaggini” di Twitter, già definiti come una “droga” possono essere scritti ed inviati dal sito, dal client di Instant Messaging o anche dal proprio cellulare e il fine sarebbe quello di comunicare in tempo reale (via feed RSS o incorporandoli sul proprio blog) cosa si sta facendo mentre lo si sta facendo.

All’hic et nunc di Twitter si contrappone invece Phrazr che incoraggia gli utenti alla lapidarietà (letteralmente). L’obiettivo qui è sintetizzare in un’unica frase la propria esistenza, lasciandone traccia online per le generazioni future fino alla fine dei tempi. O perlomeno finché ci sarà Internet.

Sono due servizi agli antipodi che giocano sulle possibilità comunicative della connettività permanente e sugli aspetti sociali della Rete: ma saranno utili per una comunicazione più immediata e versatile o dopo chat e SMS rischiano di renderla ancora più frammentaria e superficiale?

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it