Tra le caratteristiche incluse nella sincronizzazione di Google Chrome (e Chromium) c’è l’archiviazione degli indirizzi nel proprio Google Account e per la precisione dentro Google Documenti.
Come si legge nella pagina dell’help intitolata Sync settings across multiple computers : Basic browser settings.
Your synced bookmarks also show up in Google Docs.
Your bookmarks appear in a new folder called “Google Chrome.” So if you ever need to access your bookmarks on a different browser or computer, you can just visit Google Docs.
Gli indirizzi non sono però documenti comuni e dentro il simil-Office di Google sono in modalità di sola lettura.
Più avanti nell’help si legge infatti che
It’s not possible to remove the Google Chrome folder from Google Docs or make changes to your bookmarks within Google Docs.
about:Labs cambia nome e indirizzo. Gli "esperimenti" attivabili dagli utenti in Chrome e Chromium sono ora presentati sulla nuova pagina interna about:flags
con un avvertimento più veemente sui potenziali pericoli.
È possibile disabilitare la pagina (e le funzioni sperimentali) avviando il browser con il prefisso --no-experiments
Una lacuna di Chrome per Macintosh rispetto alle edizioni per Windows e Linux è quella di non poter usare la funzione “Crea scorciatoie applicazione” (“Create Application Shortcut” se il browser è in inglese). A cosa serve? A creare versioni specializzate del browser di Google legate a un solo indirizzo, ad es. GMail, Twitter o Facebook, dedicando a questi siti un programma dedicato, con tanto di icona propria.
In realtà -usando uno script e qualche comando via Terminale- l’operazione è possibile come illustrato da The Less Annoying Blog. LifeHacker ha ripreso la spiegazione e realizzato anche una comoda guida in forma video, visionabile su YouTube, che riportiamo anche qui di seguito.
p.s. grazie a Michele Filannino e Melablog per aver recuperato il filmato.
Da una build recente di Chromium ecco le funzioni sperimentali attivabili su Linux: Tabbed Settings, Remoting (che però non permette ancora il login), Disable outdated plug-ins, XSS Auditor, Background WebApps, GPU Accelerated Canvas 2D (per cui non serve più il flag) e Print Preview (che per ora non sortisce effetto).
Sulla base del testo pubblicato su Mytech ecco una guida più dettagliata e con più immagini all’abilitazione di Google Cloud Print sui primi browser che offrono la funzione.
- Andare alla pagina interna about:Labs
- Fare click sulla voce “Cloud Print Proxy”
- Premere il pulsante in basso che propone di riavviare (ovvero: chiudere e rilanciare) il browser
- Andare nelle opzioni, in fondo alla sezione “Roba da smanettoni” (“Under the Hood” in inglese)
- Premere il pulsante “Sign in to Google Cloud Print”
- Nella maschera che compare inserire le credenziali del proprio account Google (o del proprio indirizzo GMail)
- Attendere la conferma
- Per consultare Google Cloud Print bisogna premere nelle opzioni il secondo pulsante “Manage Print Settings”, che prima non c’era.
- In alternativa per accedere si può anche usare l’indirizzo www.google.com/cloudprint/manage.html
L’ultima aggiunta su Chromium* per Mac è il "Print Preview", che dopo quattro mesi di lavoro dovrebbe finalmente sanare una delle ultime gravi mancanze del browser di Google, relativa a vedere ciò che si stampa.
Per ora l’attivazione non sembra fare nulla, perlomeno su Mac. Ma su questa piattaforma l’anteprima della stampa in Chromium e Chrome c’è già perché fornita a livello di sistema.
* Nota: su Chrome la lista di Labs nel migliore dei casi (cioé nella versione dev) è per ora solo a quota cinque dato che manca anche l’abilitazione della ricerca "Instant".
Un partecipante alla lista Chromium-discuss, Peter Beverloo ha fornito un ottimo riepilogo delle numerose versioni/canali di Chrome e Chromium e la loro affidabilità.
Ecco una traduzione (commentata) della sua descrizione:
Google Chrome (Stable): è l’edizione più stabile, rivolta al grosso dell’utenza.
Google Chrome (Beta): è aggiornata alcune settimane prima della stabile.
Google Chrome (Dev): rivolta a web-developer o chiunque ami le nuove funzioni. Viene aggiornata più o meno a cadenza settimanale.
Google Chrome (Canary): c’è una nuova versione ogni due o tre giorni ed è prossima alle nightlies [le build a cadenza giornaliera, o meglio notturna]. Non viene testata da persone [ma vengono comunque effettuati test automatici]
Chromium (nightlies): Versioni create dal tree [il flusso di codice in corso di sviluppo] usando il codice sorgente più recente. Vengono create ogni due o tre ore. Chromium [che non passa per nessun test] può rivelarsi molto instabile.
Nelle ultime versioni di Chromium e Chrome è possibile chiudere le sezioni Apps, Più visitati e Chiuse di recente che vengono proposte all’apertura di ogni nuovo tab.
Dopo averle chiuse, le voci vengono relegate in basso in forma solo testuale. Facendoci clic sopra c’è con un menù a comparsa che offre i contenuti e in fondo un link che ripristina la visualizzazione della sezione in grande nella pagina.
Per chi si stesse chiedendo se l’omaggio di Google fosse giustificato o meno ecco alcune statistiche sulle build “Vanilla” di Chromium OS/Chrome OS offerte da Hexxeh stesso sul suo account Twitter:
Sulla base di queste informazioni si può concludere che la frase “il duro lavoro” nel biglietto di rintraziamento inviato dal team di Chrome OS non era affatto un’esagerazione.
Dopo aver attivato nei Labs l’esecuzione in background delle Webapp, appare una nuova sezione e una casella con la spunta nelle impostazioni, sotto "Under the Hood" (in italiano è "Roba per smanettoni").
L’elenco degli "esperimenti" continua a crescere. Nella Canary build più recente di Chrome (solo per Windows) si sono aggiunte nuove opzioni per lasciare in esecuzione le Webapp e per attivare il Cloud Print Proxy, il sistema di Google per stampare a distanza, via Internet.
Sulla lista Chromium discuss Siegfried Weber descrive i vantaggi di usare Chromium su Ubuntu Linux.
Nello specifico si spiega come (e quando) su questa piattaforma il browser open source venga automaticamente aggiornato dal sistema e non ci sia affatto bisogno di scaricare manualmente le nuove versioni.
Sulla lista Chromium-discuss c’è un’interessante thread intitolato Locking down Chrome(ium) for the Enterprise on Windows da tenere d’occhio se lavorate nell’assistenza IT.
Nella discussione si affrontano alcune esigenze e possibili soluzioni per l’uso di Chrome (e Chromium) in campo Enterprise e gestione/amministrazione dei software compatibilmente con le policy da parte dei dipartimenti addetti all’IT e alla sicurezza.
Nelle note di rilascio della versione 7.0.536.2 di Google Chrome Dev si legge che ora su tutte le piattaforme (e anche in Chrome Frame) è abilitato di default il supporto alla grafica WebGL.
Come di rito il flag per l’abilitazione non funziona più ma è possibile usare quello per la disattivazione, come spiegato nell’issue 54469 di Chromium.
Ecco un altro confronto (questa volta su Ubuntu Linux) della attuale cronologia e di quella nuova, ancora in lavorazione e nascosta.
Nella recente build 7.0.543.0 (61336) di Chromium gli utenti Macintosh che digiteranno l’indirizzo speciale about:Labs troveranno alcune sorprese. A ‘Tab Overview’ e ‘Tabbed Settings’ si sono aggiunte tre voci.
Una è ‘Page Info Bubble’, già vista su Linux, e che dovrebbe cambiare l’aspetto con cui appaiono gli status.
Ci sono poi due opzioni per migliorare la sicurezza del browser. Una permette di disabilitare automaticamente i vecchi plug-in (o meglio quelli non aggiornati e notoriamente insicuri) e l’altra abilita l’XSS Auditor, protezione contro alcuni attacchi online, al costo però di qualche problema di compatibilità coi siti web.
Dopo preferiti, preferenze, estensioni, temi e dati per il riempimento automatico (autofill) ecco in Chromium (e in futuro in Chrome) la sincronizzazione anche delle Webapp.
È un altro passo per il debutto del Chrome Web Store di Google.
Pubblicità di Google Chrome nei quotidiani dell’India. Lo riferisce labnol.org che ha riportato qualche dettaglio e soprattutto l’immagine usata.
“Meet our friend from Cupertino…” Ovvero: vi presento un amico venuto da Cupertino. È il messaggio che accompagna la foto di Chrome OS su un iPad. Foto (e impresa) sono opera di Hexxeh, probabilmente il più noto tra gli smanettoni di Chrome OS.
Aumenta il numero di tecnologie nella sezione about:Labs e rimangono le differenze tra Windows e Macintosh. Se gli utenti di quest’ultima piattaforma hanno a disposizione Tab Overview e Tabbed Settings, su Windows oltre a avere le impostazioni nei tab e poter orientarli di lato si aggiunge l’attivazione della ricerca “Instant” senza bisogno di usare flag. Basta un clic e un riavvio.