La settimana scorsa discutevo con Claudio Cicali di alcuni argomenti: di del.icio.us, dell’archiviazione degli url “utili” e di quelle periodiche liste con “il meglio di…”.
Con Claudio abbiamo concordato che queste liste così come l’aggiunta ai bookmark forniscono una sensazione di soddisfazione, di “controllo”. Una volta archiviata la risorsa è nostra, l’abbiamo domata.
Purtroppo non è così: il controllo e la reperibilità totale delle informazioni archiviate, per quanto bene, è impossibile. Dei miei 6000 e passa bookmark su del.icio.us so, per esperienza, che una buona fetta è inutile, irreperibile. È un dato con cui bisogna fare i conti e che, seppure a malincuore, ho imparato ad accettare.
L’organizzazione dal basso e con criteri personali (ergo: incostanti, imprecisi, umorali), la crescita delle informazioni archiviate, i limiti del sistema: questi sono alcuni dei motivi per cui quando cerco per l’ennesima volta la lista dei vecchi Macintosh e relativa compatibilità con le vecchie versioni del Mac OS ormai finisco sempre su Google e faccio sempre prima che a scartabellare tra le decine e decine di pagine di del.icio.us a chiedermi quale tag avrò usato e perché quel dannato url non esca fuori.
del.icio.us mi è invece di ausilio in altre situazioni, in aspetti su cui Google latita. Il bookmarking sociale è più limitato e mirato e supera un qualsiasi motore generalista nel presentare, filtrare ed aggregare velocemente ed efficacemente le informazioni già selezionate (da me) e davvero pertinenti (per me) su una data tematica. Il tutto, se si è investito tempo ed energie, anche con descrizioni e note.
Probabilmente, anzi sicuramente, con l’accoppiata Google/del.icio.us e l’occasionale ricerca tra le e-mail copro solo una parte dello scibile che mi servirebbe: non ho cioé il “controllo totale” sulle informazioni.
Ma va bene così: un po’ di caos fa parte del gioco ed è anche di stimolo a provare nuove tecniche e strumenti.
In the Rule Torrent of Wired’s “How to Behave/ New Rules for Highly Evolved Humans” I noticed this line:
Tag Flickr photos freely—there’s no such thing as too many tags
On the same note here’s Joshua Shachter in 2006 speaking of tags on Delicious:
[…] letting people use their own tags–instead of choosing them from a menu he provided–would make del.icio.us more likely to be genuinely useful. Each person who uses del.icio.us is effectively coming up with an idiosyncratic system for classifying the Web: an article about, say, Dallas Mavericks owner Mark Cuban might be tagged “Mavericks” by one person, “crazy” by another, and “Mavericks” and “crazy” by a third. (Del.icio.us allows users to pin as many tags on a page as they want.)