Chi vuole una spiegazione delle principali opzioni di Chrome attivabili da about:flags
può leggere questo messaggio (in inglese) apparso oggi intitolato “Flags Explanation Pages?” sulla lista di discussione ufficiale Chromium-discuss.
Nel testo l’autore affronta e illustra a grandi linee ma con rara chiarezza varie voci come “Remoting”, “Cloud Print Proxy”, “XSS Auditor”, “Experimental Extension APIs”, “Background WebApps”, “Click-to-Play” e altre ancora.
Sul versante Chromium continuano ad aggiungersi nuove opzioni sperimentali attivabili dalla pagina disponibile all’indirizzo speciale about:flags
Si va dal controllo via click della riproduzione di contenuti via plugin (Flash non solo) a un avvio più scttante del browser a fantomatiche nuove interfacce di programmazione per estensioni (che non sono però supportate nell’archivio ufficiale).
Le ultime funzioni attivaibili su Windows, tratte dalla build 9.0.575.0 (65306) di Chromium: Native Client ovvero NaCL (esecuzione nel browser di software nativo per il processore) e prerendering in background delle pagine web a cui puntano i link.
Come il Tab Overview, la conferma che si vuole davvero chiudere Chromium (o Chrome) sembra essere una funzione esclusiva per gli utenti Macintosh.
Se si usa la combinazione Command+Q appare l’avviso in sovrimpressione e per terminare l’esecuzione del browser bisogna ripetere la combinazione e tenerla premuta per qualche secondo.
Sono le due aggiunte più recenti a about:flags. Una volta attivate, Chromium (e più avanti Chrome) avrà due funzioni in più.
La prima è il rendering speculativo delle pagine web di cui ci sono i link per offrire una navigazione ancora più rapida. La seconda è la richiesta di conferma in fase di chiusura del programma.
In about:flags
(per ora solo in Chromium) si è aggiunta una nuova funzione da attivare: Verbatim Instant.
Secondo la descrizione si tratta di una variante della ricerca "Instant" che non mostra più i "migliori" risultati ma quelli più fedeli a quanto digitato dall’utente.
Tra le caratteristiche incluse nella sincronizzazione di Google Chrome (e Chromium) c’è l’archiviazione degli indirizzi nel proprio Google Account e per la precisione dentro Google Documenti.
Come si legge nella pagina dell’help intitolata Sync settings across multiple computers : Basic browser settings.
Your synced bookmarks also show up in Google Docs.
Your bookmarks appear in a new folder called “Google Chrome.” So if you ever need to access your bookmarks on a different browser or computer, you can just visit Google Docs.
Gli indirizzi non sono però documenti comuni e dentro il simil-Office di Google sono in modalità di sola lettura.
Più avanti nell’help si legge infatti che
It’s not possible to remove the Google Chrome folder from Google Docs or make changes to your bookmarks within Google Docs.
about:Labs cambia nome e indirizzo. Gli "esperimenti" attivabili dagli utenti in Chrome e Chromium sono ora presentati sulla nuova pagina interna about:flags
con un avvertimento più veemente sui potenziali pericoli.
È possibile disabilitare la pagina (e le funzioni sperimentali) avviando il browser con il prefisso --no-experiments
Da una build recente di Chromium ecco le funzioni sperimentali attivabili su Linux: Tabbed Settings, Remoting (che però non permette ancora il login), Disable outdated plug-ins, XSS Auditor, Background WebApps, GPU Accelerated Canvas 2D (per cui non serve più il flag) e Print Preview (che per ora non sortisce effetto).
Sulla base del testo pubblicato su Mytech ecco una guida più dettagliata e con più immagini all’abilitazione di Google Cloud Print sui primi browser che offrono la funzione.
- Andare alla pagina interna about:Labs
- Fare click sulla voce “Cloud Print Proxy”
- Premere il pulsante in basso che propone di riavviare (ovvero: chiudere e rilanciare) il browser
- Andare nelle opzioni, in fondo alla sezione “Roba da smanettoni” (“Under the Hood” in inglese)
- Premere il pulsante “Sign in to Google Cloud Print”
- Nella maschera che compare inserire le credenziali del proprio account Google (o del proprio indirizzo GMail)
- Attendere la conferma
- Per consultare Google Cloud Print bisogna premere nelle opzioni il secondo pulsante “Manage Print Settings”, che prima non c’era.
- In alternativa per accedere si può anche usare l’indirizzo www.google.com/cloudprint/manage.html
L’ultima aggiunta su Chromium* per Mac è il "Print Preview", che dopo quattro mesi di lavoro dovrebbe finalmente sanare una delle ultime gravi mancanze del browser di Google, relativa a vedere ciò che si stampa.
Per ora l’attivazione non sembra fare nulla, perlomeno su Mac. Ma su questa piattaforma l’anteprima della stampa in Chromium e Chrome c’è già perché fornita a livello di sistema.
* Nota: su Chrome la lista di Labs nel migliore dei casi (cioé nella versione dev) è per ora solo a quota cinque dato che manca anche l’abilitazione della ricerca "Instant".
Un partecipante alla lista Chromium-discuss, Peter Beverloo ha fornito un ottimo riepilogo delle numerose versioni/canali di Chrome e Chromium e la loro affidabilità.
Ecco una traduzione (commentata) della sua descrizione:
Google Chrome (Stable): è l’edizione più stabile, rivolta al grosso dell’utenza.
Google Chrome (Beta): è aggiornata alcune settimane prima della stabile.
Google Chrome (Dev): rivolta a web-developer o chiunque ami le nuove funzioni. Viene aggiornata più o meno a cadenza settimanale.
Google Chrome (Canary): c’è una nuova versione ogni due o tre giorni ed è prossima alle nightlies [le build a cadenza giornaliera, o meglio notturna]. Non viene testata da persone [ma vengono comunque effettuati test automatici]
Chromium (nightlies): Versioni create dal tree [il flusso di codice in corso di sviluppo] usando il codice sorgente più recente. Vengono create ogni due o tre ore. Chromium [che non passa per nessun test] può rivelarsi molto instabile.
Nelle ultime versioni di Chromium e Chrome è possibile chiudere le sezioni Apps, Più visitati e Chiuse di recente che vengono proposte all’apertura di ogni nuovo tab.
Dopo averle chiuse, le voci vengono relegate in basso in forma solo testuale. Facendoci clic sopra c’è con un menù a comparsa che offre i contenuti e in fondo un link che ripristina la visualizzazione della sezione in grande nella pagina.
Dopo aver attivato nei Labs l’esecuzione in background delle Webapp, appare una nuova sezione e una casella con la spunta nelle impostazioni, sotto "Under the Hood" (in italiano è "Roba per smanettoni").
Sulla lista Chromium discuss Siegfried Weber descrive i vantaggi di usare Chromium su Ubuntu Linux.
Nello specifico si spiega come (e quando) su questa piattaforma il browser open source venga automaticamente aggiornato dal sistema e non ci sia affatto bisogno di scaricare manualmente le nuove versioni.
Sulla lista Chromium-discuss c’è un’interessante thread intitolato Locking down Chrome(ium) for the Enterprise on Windows da tenere d’occhio se lavorate nell’assistenza IT.
Nella discussione si affrontano alcune esigenze e possibili soluzioni per l’uso di Chrome (e Chromium) in campo Enterprise e gestione/amministrazione dei software compatibilmente con le policy da parte dei dipartimenti addetti all’IT e alla sicurezza.
Nella recente build 7.0.543.0 (61336) di Chromium gli utenti Macintosh che digiteranno l’indirizzo speciale about:Labs troveranno alcune sorprese. A ‘Tab Overview’ e ‘Tabbed Settings’ si sono aggiunte tre voci.
Una è ‘Page Info Bubble’, già vista su Linux, e che dovrebbe cambiare l’aspetto con cui appaiono gli status.
Ci sono poi due opzioni per migliorare la sicurezza del browser. Una permette di disabilitare automaticamente i vecchi plug-in (o meglio quelli non aggiornati e notoriamente insicuri) e l’altra abilita l’XSS Auditor, protezione contro alcuni attacchi online, al costo però di qualche problema di compatibilità coi siti web.