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Svg contro lo strapotere di Flash

Dopo il via libera del W3c, il formato di grafica vettoriale per il Web ha tutte le carte in regola per imporsi. Grazie al codice aperto, un’alternativa a Macromedia.

di Nicola D’Agostino

Il 14 gennaio il W3C– World Wide Web Consortium ha promosso come raccomandazione ufficiale la specifica 1.1 del formato vettoriale SvgScalable Vector Graphics e i due sottoinsiemi Svg Tiny e Svg Basic.

Emersa da un quartetto di proposte, battendo concorrenti come il Vml di Microsoft, la specifica del formato Svg è stata proposta nel gennaio del 1999, con l’intento non solo di fornire supporto per immagini vettoriali (più leggere e flessibili di quelle bitmap, come Gif o Jpeg) su una varietà di schermi, dai computer ai cellulari, ma anche per raggiungere una maggiore integrazione tra documenti e grafica sul Web.

Svg è infatti basato su Xml (Extensible Markup Language), la tecnologia che sta diventando la lingua franca dell’informatica e come esso è un formato “aperto”, che vede tra i partecipanti allo sviluppo ditte quali Adobe, Aol Time Warner, Apple, Autodesk, Canon, Corel, Kodak, Ericsson, Hewlett Packard, Ibm, Macromedia, Microsoft, Nokia, Opera Software, Quark, Sun e Xerox, molte delle quali hanno implementato il formato nei propri pacchetti software.

Proprio la prima della lista, Adobe, è stata una delle ditte più solerti nell’implementazione. Il suo software di grafica vettoriale Illustrator esporta in questo formato sin dalla versione 9.01 e nella più recente, la 10, è possibile anche l’importazione di file Svg. La mossa è stata da molti definita come una strategia per contrastare il diffuso formato Flash, della concorrente Macromedia.

Il successo del formato di Macromedia è indubbiamente alla base del lavoro del W3c, come ha confermato anche Chris Liley, responsabile della sezione grafica del consorzio: “Flash ha mostrato un chiaro bisogno di grafica vettoriale”. Il monopolio di Flash sul Web ha generato però anche diverse critiche: il formato non permette l’indicizzazione da parte dei motori di ricerca, pone problemi di usabilità e, nonostante le specifiche siano pubbliche, non è composto da codice completamente open source.

Svg è perciò pensato per superare tutti questi limiti, oltre ad avere caratteristiche e spettro di impiego più ampi. Tra questi ci sono le due specifiche Svg Tiny e Svg Basic, raccolte sotto la definizione “Mobile SVG” e pensate per l’impiego in telefoni cellulari e in palmari, rispettivamente.

La risposta dei produttori è stata entusiasta: la Ericsson ha descritto la specifica Mobile SVG “una nuova pietra miliare per arricchire la grafica dei programmi per la multimedialità mobile” mentre Nokia ha parlato di “elemento chiave” per i prossimi cellulari orientati al Web e ha sottolineato il ruolo centrale di “un formato aperto e orientanto alla mobilità”.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it