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Su Internet si trova (di) tutto

Da una recente “Bustina di Minerva” di Umberto Eco sull’Espresso:

“[…] le informazioni che Internet gli mette a disposizione sono immensamente più ampie e spesso più approfondite di quelle di cui dispone il professore. E trascurava un punto importante: che Internet gli dice ‘quasi tutto’, salvo come cercare, filtrare, selezionare, accettare o rifiutare quelle informazioni.

A immagazzinare nuove informazioni, purché si abbia buona memoria, sono capaci tutti. Ma decidere quali vadano ricordate e quali no è arte sottile. Questo fa la differenza tra chi ha fatto un corso di studi regolari (anche male) e un autodidatta (anche se geniale).

[…] E infine [il professore] può mettere quotidianamente in scena lo sforzo per riorganizzare in sistema ciò che Internet gli trasmette in ordine alfabetico, dicendo che esistono Tamerlano e i Monocotiledoni ma non quale sia il rapporto sistematico tra queste due nozioni. […]

Nel testo di Eco, intitolato “A che serve il professore?” si parla di scuola e di docenti nell’era di Internet, connubio ancora problematico e tutto in divenire.

Mi pare però che la parte saliente del suo discorso (usare al meglio gli strumenti, mettere in prospettiva o quantomeno organizzare l’informazione) sia applicabile anche all’editoria ed agli articolisti, no?
E a prescindere dal fatto che che quanto scritto venga riprodotto su carta o su schermo o che chi lo abbia scritto sia un “giornalista” o un “blogger professionista”…