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Su Forgent pioggia di critiche

Royalty su Jpeg? Per molti sono un espediente per fare cassa. Tra i più critici L’International Standard Organization, che minaccia di cancellare il formato dalla lista degli standard.

di Nicola Battista e Nicola D’Agostino

Tom Lane dell’Independent Jpeg Group in un messaggio e-mail ha dichiarato che il metodo di codifica descritto nel brevetto Forgent non è analogo a quello del formato Jpeg.

Il norvegese Hakon Lie, di Opera Software, casa produttrice dell’omonimo browser, non crede alla validità del brevetto e aggiunge: “incoraggerei la gente a non pagare, se arrivassero richieste”. Opera ha effettuato una propria valutazione tecnica e per il tipo di codifica descritto nel brevetto Forgent esisterebbe materiale precedente al 1986. L’Iso, l’ente che si occupa di stabilire gli standard internazionali, minaccia di rimuovere il Jpeg dalla lista degli standard se Forgent non farà un passo indietro.

“Il nostro è un programma di licensing: abbiamo un brevetto legittimo”, afferma Hedy Baker, portavoce di Forgent. “Il brevetto non è valido”, ribatte Richard Clark, membro del comitato Jpeg e Webmaster di Jpeg.org, secondo il quale la gran parte del lavoro sottostante al Jpeg era già stata fatta quando il brevetto fu depositato, nel 1986. Inoltre, dato che la scadenza dello stesso è prevista per il 2004 (a 17 anni dal deposito, in base alle norme in vigore all’epoca), quante società saranno invogliate ad accettare le esose richieste di Forgent?

Per Clark, il motivo alla base di questo tipo di speculazioni è semplicemente il crollo della New economy: si cercano soldi in tutti i modi possibili, anche cercando di vendere brevetti su tecnologie da tempo disponibili in forma gratuita. C’è da notare che secondo alcuni, questi brevetti “dormienti” – tenuti in un cassetto per decenni e poi esibiti al momento giusto – sono la prova pratica della pericolosità del concetto stesso di “brevettabilità del software”.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it