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Strobe Light: il pesce d’aprile discografico dei Nine Inch Nails

Brani strapieni di pop star, un produttore da classifica, tanto Drm e basta con il gratis. Per fortuna si tratta solo di uno scherzo, che perĂ², oltre a divertire fa riflettere sul mercato musicale.

di Nicola D’Agostino

Trent Reznor dei Nine Inch Nails ha sfruttato l’occasione del primo aprile 2009 per un piccolo scherzo musicale. Uno scherzo tutto online, come tutte le sue iniziative discografiche recenti, che ha preso le forme di una nuova opera Intitolata “Strobe Light”, annunciata con la rituale pagina web con copertina, lista dei brani e modalità di distribuzione.

Solo che questa volta si tratta di un pesce d’aprile: il disco non c’è ed è una scusa per ironizzare sui cliché della musica commerciale e della distribuzione digitale online. Strobe Light infatti indica come produttore l’hitmaker Timbaland e nella tracklist campeggiano ospiti quali Bono, Jay-Z, Justin Timberlake, Alicia Keys, talvolta in improbabili accoppiate con cantanti di generi meno solari come Al Jourgensen dei Ministry e Maynard James Keenan dei Tool.
Notevoli i dettagli di distribuzione: gli interessati devono scordarsi la formula “free“, che nel titolo è barrata, e pagheranno circa diciannove dollari più altri dieci come tassa per la “comodità della consegna digitale”. In cambio non riceveranno musica in formati aperti o senza compressione. I file saranno dei windows media audio con tanto Drm e recanti al loro interno il nome dell’utente, in caso dovesse “perderli”. Come bonus per ogni acquirente c’è una foto ed un indirizzo email gratis su GMail e nessuna garanzia che l’indirizzo fornito non verrà usato per fare spamming.

Ovviamente è un’enorme burla, con tanto di ironica pagina di errore blu a là Windows che si vede premendo il pulsante “Submit”: Reznor non farebbe mai nulla del genere, come ha dimostrato con più di un anno di musica a prezzo equo, libera da compromessi discografici e manie di persecuzione verso gli ascoltatori. Discorso diverso, purtroppo, per le offerte di tanti altri sui colleghi, che nei contenuti e formato e metodo di distribuzione assomigliano un po’ troppo a Strobe Light.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it