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Standard del web? Sempre più importanti

Contro mode e tecnovanità del web: perché seguire e rispettare gli standard non vuol dire solo banner e bollini. In gioco c’è, infatti, la comunicazione, l’accesso alle informazioni e la possibilità di produrle.

di Nicola D’Agostino

Un approccio più consapevole e meno superficiale agli standard per il web. È questo ciò che invoca con una buona dose di coraggio Mike Davidson, (tra l’altro èil Ceo del sito di news in stile Web 2.0, Newsvine sul suo sito.

L’intervento, intitolato “March to Your Own Standard” e traducibile come “Seguite il vostro standard” è un modo per sottolineare come gli standard del web siano molto più di quello che spesso si vede su siti, portali e blog: un mero sfoggio di bollini esibiti come decorazioni o medaglie. Il grado di “validazione” del codice del sito non è e non deve essere un mero vanto o affermazione di appartenenza a una tecnoelite. Tant’è che Davidson ha creato un suo ironico “antibollino” per quelle pagine che, pur corrette, per qualche superficiale mancanza non passano il controllo.

Quella di Davidson non è una semplice provocazione o protesta ma un grido d’allarme che evidenzia come seguire e rispettare gli standard del web del w3c non sia una guerra santa o nè un punto d’arrivo ma piuttosto uno dei tanti gradini spesso faticosi di un processo laborioso ma avvincente per migliorare la qualità e l’accessibilità del web e dell’informatica.

Il vero obiettivo dopotutto, è quello originario di Tim Berners Lee, la libera circolazione delle idee e questo si ottiene migliorando la comunicazione e aiutando gli utenti, disabili e non, a comunicare, accedere alle informazioni e a produrne informazione. Bollini o non bollini.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it