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Speedcabling

Dopo il lancio dell’hard disk ecco un’altra disciplina atletica da veri geek.

di Nicola D’Agostino

“Lo Speedcabling è uno sport agonistico in cui i partecipanti gareggiano nel districare una matassa di cavi.” È questa la descrizione ufficiale di una pazza e tecnologica neodisciplina sportiva creata da Steven Schkolne.

L’idea risale ad un paio d’anni fa quando Schkolne, che lavora come amministratore e consulente per l’IT nella zona di Los Angeles, ha pensato che forse non era l’unico a considerare una sfida ed un piacere il combattere con grovigli di cavi di alimentazione sul retro dei PC o che penzolano da armadi stipati di router e switch.

Un rapido giro di domande tra i colleghi e la scoperta che c’era effettivamente interesse a organizzare gare di abilità e velocità per scoprire chi era il “re dei cavi”: è nato così lo Speedcabling (http://www.speedcabling.org/) con le sue regole e dopo un po’ anche le prime gare ufficiali.

Le regole del gioco

Gli “atleti” devono confrontarsi con un gomitolo di sei cavi di rete di lunghezze varie. L’obiettivo è quello di separarli il più in fretta possibile e di alzare sopra la testa e mostrare a tutti il cavo libero da nodi. La mossa serve oltre che al giudice anche a dare un segnale di vittoria. Ovviamente alla fine i cavi devono anche essere integri e vanno poi provati per accertarsi che non siano stati danneggiati nella foga della competizione.

Cavi regolamentari

Lo speedcabling prevede due tipi di gare.
In quelle base ci si deve cimentare con una combinazione di sei cavi di rete, costituiti da due coppie da due metri, due da quattro metri e due da sette e mezzo.
Il livello superiore prevede invece le stesse lunghezze ma il doppio di cavi, ben dodici, in gruppi di quattro
I cavi ethernet devono essere CAT-5 e gli atleti possono usare i propri cavi purché capaci di condurre segnali da 100Mb/s, prima e dopo la gara.

Preparare la sfida

Per “preparare” la sfida e riproporre le situazioni in cui spesso ci si trova nella vita reale (cavi U, seriali, di rete) in uffici, postazioni scolastiche, laboratori, centri di calcolo, sale server, lo Speedcabling ha regole ferree di “bundling”, di aggrovigliamento, all’insegna dell’uniformità e della metodologia.

I passi sono due.
Anzitutto si distendono i cavi che vengono presi per una delle estremità e poi avvolti in giri lunghi all’incirca un metro.
Segue l’aggrovigliamento che si effettua presso una lavanderia pubblica. I cavi regolarmente avvolti vengono infilati in una asciugatrice. Qui vengono fatti girare al massimo per circa tre minuti con il risultato di una matassa davvero intricata e ben compatta. L’ultima fase è quella di far raffreddare i cavi e infine di porre su un tavolo le matasse, davanti agli atleti che non aspettano che il fischio dell’arbitro per far partire la sfida.

La tecnica del… pizzaiolo?

La prima gara pubblica di Speedcabling si è tenuta qualche settimana fa a Los Angeles. Il luogo scelto è stata una galleria d’arte e in premio c’era un buono da 50 dollari per un ristorante. Il premio se lo è aggiudicato lo sviluppatore web Matthew Howell che ha stracciato in velocità gli altri gareggianti districando a tempo di record una dozzina di cavi ethernet lunghi anche più di sette metri.
Il segreto della sua vittoria? Howell ha usato una tecnica particolare che deriva dalla sua esperienza come pizzaiolo. Velocità, abilità, occhio e senso dell’equilibrio sono la chiave della riuscita anche se invece di una massa di pasta si tratta di far girare e volteggiare un groviglio di cavi di plastica.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su "Hacker Journal" 147 del marzo 2008