Nicola D'Agostino (.net) - Articoli, traduzioni, grafica, web

Sony, retromarcia sui CD protetti

Varie (e controverse) le motivazioni che hanno condotto la divisione Music Entertainment del colosso giapponese a un cambio di strategia sul fronte della gestione dei diritti digitali. Fra le altre, un possibile scontro con Philips.

di Nicola D’Agostino

La divisione giapponese Music Entertainment di Sony ha recentemente dichiarato di voler rinunciare all’uso del proprio sistema di protezione anticopia Label Gate. La tecnologia Label Gate, introdotta nel gennaio del 2003, impediva inizialmente ogni tipo di uso su computer dei Cd Sony ma era stata in seguito modificata per permettere la riproduzione di versioni compresse dei brani.

La decisione di Sony Japan, che ricalca quella dell’altra label nipponica Avex, avrà effetto dalla metà di novembre di quest’anno.

Le ragioni addotte per il ritorno al normale formato Cd audio sono di varia natura: da un lato la crescente sensibilità e consapevolezza del pubblico nei riguardi del copyright; dall’altro la preoccupazione dell’azienda di rispettare lo standard di riproduzione dei compact disc musicali.
Dal canto proprio l’utenza non ha affatto gradito le limitazioni poste dal sistema di gestione dei diritti digitali, sul quale pende sempre lo spettro del ricorso alle vie legali.

Le preoccupazioni manifestate da Sony sui CD “protetti” risultano in sintonia con le affermazioni di molti fra associazioni di consumatori e attivisti, che hanno denunciato in passato questo tipo di supporti non solo perché ingiusti e penalizzanti per gli acquirenti in buona fede ma anche perché non aderenti allo standard “Compact disc digital audio” stabilito da Philips. Quella stessa Philips che secondo molti potrebbe o dovrebbe muoversi in sede legale.

La decisione di Sony è di fatto il secondo dietro-front della multinazionale nel campo degli standard digitali dopo quello relativo al formato Mp3 sui suoi lettori Minidisc.

Si pone inoltre in controtendenza rispetto alle etichette rivali, alcune delle quali si affidano alle tecnologie di Sunncomm, recentemente salite agli onori della cronaca perché utilizzate sul primo disco protetto ad aver scalato le classifiche USA.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it