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Se la Mela si guasta

Batterie difficilmente sostituibili, costi aggiuntivi da record, limitazioni per chi non possiede l’ultima versione del sistema operativo: ecco i prodotti Apple bersagliati dalle critiche degli utenti.

di Nicola D’Agostino

I lettori digitali iPod di Apple si ritrovano ancor una volta al centro dell’attenzione. Questa volta si tratta di una curiosa protesta di due fratelli newyorchesi, Casey e Van Neistat, in possesso di un iPod che, dopo soli 18 mesi, ha esaurito la carica della batteria.

Ai due fratelli un addetto all’assistenza Apple avrebbe preventivato una spesa di 255 dollari per rimpiazzare la batteria e la loro protesta è stata attuata per mezzo di un filmato sul loro sito ipodsdirtysecret che riproduce la telefonata all’assistenza e li mostra intenti a dipingere con scritte polemiche le pubblicità di Apple in giro per la città.

Il costo della sostituzione della batteria in realtà non sarebbe proprio così alto: oltre a un recente programma ufficiale di Apple (comunque decisamente costoso) è disponibile anche un kit di terze parti) ma la protesta dei due utenti statunitensi ha colto indubbiamente nel segno.

Il sito, che ha raggiunto in breve tempo quasi 200.000 accessi e si è reso portavoce dei numerosi utenti che si sono scontrati con la scelta di Apple per un iPod “chiuso”: difficile da aprire, con una batteria che dura meno di quanto preventivato e che per motivi di costo è parte integrante del dispositivo.

Le batterie dei lettori iPod non sono in realtà le uniche note dolenti per Apple: sarà senza dubbio accolta con sommo dispiacere la notizia, per ora non ufficiale, che Apple è in procinto di abbandonare uno dei due protocolli per l’accesso al servizio a pagamento iDisk, impedendo l’upload di file agli ancora numerosi utenti di Mac Os 9.

La scelta sarebbe giustificata dalla necessità di non penalizzare la velocità di accesso al servizio usando sia il protocollo WebDav che quello Afp, più lento. Chi non è ancora passato ad Os X dovrà perciò affidarsi a utility di terze party come Goliath.

Ben più grave è ciò che emerge da test effettuati da utenti italiani: la funzione di “sleep” dei computer Macintosh non andrebbe molto d’accordo con l’alimentazione e la ricarica dei dispositivi Firewire. In alcuni casi verrebbe addirittura danneggiata la webcam iSight.

Infine, come preventivato, l’allargamento della fascia di utenza dell’iTunes Music Store ha portato con sé maggiore attenzione anche da chi cerca di forzare i sistemi di digital rights management di Apple. Il dubbio onore spetta a Jon Johansen, già creatore del DeCSS, programma atto a superare la protezione dei Dvd Video, che ha pubblicato sul suo sito alcune righe di codice sorgente in C che, una volta trasformate in programma, permetterebbero di aggirare la protezione anticopia del formato Aac in Windows.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it