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Ruggisce la pantera di Apple

La quarta versione del sistema operativo della Mela è arrivata: veloce, aperta, ricca di novità, più Windows-friendly. Ma “abbandona” al loro destino i Mac senza Usb integrata e poveri di Ram.

di Nicola D’Agostino

Attesa spasmodicamente da migliaia di utenti in tutto il mondo, il 24 ottobre alle 20 è stata ufficialmente resa disponibile al pubblico la quarta versione del sistema operativo di Apple, Mac OS X.

La versione 10.3 di Mac OS X, nome in codice “Panther”, introduce più di 150 nuove funzionalità e migliorie, aggiornando al contempo le fondamenta Unix su cui poggia così come l’interfaccia e, motivo di soddisfazione degli utenti, anche la velocità.

Mac OS X 10.3 migliora non solo il supporto per gli ultimi standard aperti in materia di comandi e tecnologie di rete e per la sicurezza, ma aumenta anche la compatibilità con le piattaforme Windows, assicurando una facile condivisione di servizi di file, stampa e di rete, e introduce il supporto a Microsoft Exchange per la posta elettronica e la rubrica dei contatti.

Altrettanto interessante e degna di nota è la possibilità di aprire e vedere già con Text Edit, l’elaboratore fornito gratuitamente, una parte dei diffusi file proprietari “.doc” prodotti da Microsoft Word.

La funzione “File Vault” permette ora di proteggere in maniera facile e trasparente per mezzo di crittografia a 128 bit i propri dati, a cui si aggiunge la funzione “Secure Empty Trash” (richiesta in alcuni ambiti governativi) di rendere irrecuperabili i file cestinati, sovrascrivendo più volte lo spazio occupato.

Rinnovato anche Finder, l’ambiente di interazione con documenti, cartelle e programmi, che sfoggia ora un look metallico (che secondo alcuni però manca di coerenza con il resto dell’interfaccia “Aqua”) e una barra laterale per avere tutto a portata di clic, presente anche nelle rinnovate finestre di apri e salva.

Particolarmente d’effetto, e almeno sulla carta utilissima, è Exposé, che offre l’accesso istantaneo a qualsiasi finestra aperta tramite mouse o tastiera. Grazie a Exposé è possibile ridurre tutte le finestre a miniature, o solo quelle dell’applicazione attiva oppure ancora nascondere tutto per raggiungere velocemente la scrivania.

Altrettanto appariscente è il “Cambio utente rapido”, funzione a dire il vero già presente in Windows (ma che Apple pare stia comunque tentando di brevettare) grazie a cui più utenti possono alternarsi nell’uso del computer in modo rapido e indolore. Con un click (e un teatrale effetto di rotazione tridimensionale) si passa da un setup all’atro senza bisogno di chiudere programmi nè di effettuare logout.

Tra le altre numerose innovazioni elenchiamo un fax integrato e sincronizzato con la rubrica indirizzi, disponibile direttamente dalle finestre di stampa; Libro Font, per gestire e sfruttare al meglio i caratteri tipografici con estrema semplicità; una versione aggiornata, arricchita e sopratutto estremamente velocizzata di Anteprima, il visualizzatore di PDF, che apre ora anche documenti EPS e PostScript e permette di manipolare immagini.

Si arricchisce di nuove utili funzioni anche il client di posta integrato, Mail, mentre passa dalla beta alla versione definitiva iChat AV, il programma di messaging che gestisce anche audio e video, su cui Apple punta molto, ma che forse è pensato per paesi in cui la connettività a banda larga è probabilmente migliore di quella italiana.

Si conferma così ancora una volta la strategia di Apple del nuovo corso inaugurato dal ritorno, a fine anni ‘90 di Steve Jobs con l’acquisizione della NeXT, e improntato a fornire un sistema operativo moderno, tecnologicamente solido ma incentrato alla produttività ed esteticamente molto curato.

Come e più dei suoi predecessori, Panther si rivolge a sviluppatori, all’appetibile parco utenti di Unix, a chi lavora sulle e con le reti, ma anche all’utenza creativa professionale: grafica, web, musica ma anche desktop video, settore su cui Apple punta molte delle sue carte.

La versione “client” di Mac OS X 10.3 costa 149 Euro (IVA inclusa) e richiede computer Macintosh con processore PowerPC G3, G4 e G5 e 128 MB di Ram (ma consigliamo vivamente di averne almeno 512). Tra i requisiti fondamentali di Panther c’è la USB integrata, mossa con cui vengono esclusi i primi modelli G3, e si riduce effettivamente il lasso temporale del supporto hardware di Apple a 5 anni: un vero peccato visto che il sistema è molto veloce anche su macchine “vecchie”.

Disponibili anche le versioni “Family Pack”, per installazioni molteplici in un unico ambiente familiare, con cinque licenze al prezzo di 229 Euro, e la versione Server di OS X 10.3, che oltre a quanto elencato aggiunge ulteriori funzioni, ed è disponibile a partire da 579 Euro.

Si ringrazia per la collaborazione Daniele Rizzi e il sito Tevac.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it