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Il rap dell’acceleratore di particelle

L’hip-hop al servizio della ricerca: per una collisione di musica, tecnologia e didattica.

di Nicola D’Agostino

Musica e scienza possono andare a braccetto: lo dimostra il “Large Hadron Rap”, un buffo video amatoriale che spiega a tempo di rap i misteri del temuto acceleratore di particelle del Cern. L’ha realizzato la ventitreenne Katherine McAlpine (http://www.katemcalpine.com/webout.html), che del Cern è collaboratrice e che con il fratello di un ricercatore ha realizzato testo, musica e assemblato un filmato che la vede ballare negli spazi del Large Hadron Collider e illustrarne componenti, principi ed obiettivi.

Il “Large Hadron Rap” è in poco tempo divenuto un fenomeno su YouTube dove ha totalizzato più di tre milioni di visite ma è stato anche lodato per il suo valore didattico e promozionale.

Quello della McAlpine non è però l’unico esempio di rap divulgativo: ce n’è anche uno sull’astrobiologia, commissionato al ricercatore e performer britannico Jonathan Chase da una rivista legata alla Nasa e tutti rientrano nella cosiddetta “geek music”.
È un filone che va avanti da anni e che annovera tra gli altri una “Ballata del TCP Reset Packet”, la canzone sul Model-View-Controller e persino un rifacimento in chiave crittografica di “Day-O” di Harry Belafonte.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it