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Qualche domanda a Giulia Sagramola e Tuono Pettinato

I due fumettisti parlano dei volumi realizzati per la collana “Gli anni in tasca Graphics” di Topipittori.

Un disegno di Tuono Pettinato in cui si consulta con Giulia Sagramola per intraprendere il lavoro per Topipittori

Qualche giorno fa ho contattato Giulia Sagramola e Tuono Pettinato (che in realtà si chiama Andrea) per parlare dei loro ultimi libri a fumetti, “Bacio a cinque” e “Il magnifico lavativo”, per il mio spazio settimanale su Panorama.it. Visto che ho utilizzato solo una parte di quanto mi hanno raccontato, ho pensato di condividere qui la versione integrale delle loro risposte.

Come siete entrati a far parte del progetto [“Gli anni in tasca Graphics”]?

Giulia Sagramola: Sono entrata a far parte del progetto quando alla Fiera del libro Paolo e Giovanna (Topipittori) mi hanno chiesto se volevo realizzare la mia biografia dell’infanzia per la loro collana.

Tuono Pettinato: Da tempo ero interessato a fare fumetti per bambini, e avevo già partecipato ad altri progetti come la mostra dedicata al Signor Bonaventura organizzata da Orecchio Acerbo e Hamelin, e avevo curato assieme all’Accademia Drosselmeier e Lucca Junior una mostra dedicata al fumetto per l’infanzia, chiamata “Profumetti”. Sicché quando i Topipittori m’han contattato per farmi raccontare la mia infanzia in un fumetto per bimbi ho subito accettato. la novità per me era piuttosto il cimentarmi con l’autobiografia, un genere a me alieno fino ad allora.

Vi sono state fatte avere delle istruzioni sugli anni e sulle tematiche da trattare o siete stati liberi di scegliere cosa e fino a che anno arrivare?

Giulia Sagramola: Sono stata lasciata completamente libera, mi hanno dato un numero di pagine massimo, ma al di là potevo raccontare come volevo. In un momento iniziale ho chiesto consigli di letture e oltre ai romanzi della loro collana Gli Anni in tasca, Paolo mi ha suggerito di leggere due libri meravigliosi: La vita davanti a sé di Romain Gary e Le ceneri di Angela di McCourt Frank.

Tuono Pettinato: Giovanna Zoboli e Paolo Canton mi han dato da subito carta bianca, libertà totale. L’unico vincolo era quello di fare qualcosa che “comunicasse” al lettore (al lettore bambini anzitutto), ovvero di evitare il rischio dell’effetto “diapositive delle vacanze”: autoreferenzialità e mancanza di struttura narrativa sotto. Non so se ho rispettato in pieno questa regola, perché in gran parte il mio libriccino è un caos di aneddoti strampalati, però trattandosi di un libro di taglio umoristico anche questa frammentarietà si avverte meno, il susseguirsi di gag più o meno autoconclusive regge abbastanza da sé. Io poi ho cercato di organizzare il materiale alternando gli aneddoti strambi (che sono un po’ il sale di un libro come questo) ad episodi più “filosofici” (che avevano a che fare col senso profondo che volevo avesse il libro), oppure contestualizzati temporalmente (per permettere al lettore di seguire una cronologia), o comunque utili a creare un filo conduttore che evitasse di far perdere il lettore. anche sull’arco di anni da coprire, l’indicazione era abbastanza libera: Giulia ha raccontato dalla nascita alla fine delle elementari, io dall’inizio dell’asilo alla fine delle medie. In generale entrambi abbiam cercato, credo, di concludere il racconto in un momento di passaggio verso l’età adulta. la riprova che le bimbe crescono prima dei bimbi :) La sfida, insomma, era un po’ quella di raccontare la vita di sé stessi bambini recuperando il punto di vista da bambini.

Cosa hanno detto genitori, parenti e amici/compagni dopo aver letto i vostri fumetti?

Giulia Sagramola: Ci vorrebbe un altro libro per raccontare le reazioni!
Devo dire che sono stati tutti molto contenti e commossi, alcuni amici hanno ricordato cose che avevano scordato, mia mamma si è fatta prendere dalla malinconia, le mie sorelle hanno riso di gusto, babbo dice con orgoglio a tutti che ho fatto questo libro.

Tuono Pettinato: Avendo io pochissima memoria riguardo alla mia infanzia (o almeno una memoria poco incline all’ordine cronologico), ho dovuto avvalermi degli aneddoti da parte dei familiari, oltre che delle migliaia di foto d’infanzia che fortunatamente intasano gli armadi di casa da anni. Le reazioni da parte di amici e parenti sono generalmente tra il sorpreso e il divertito, eccetto mio zio greco che vuol querelarmi.