Nicola D'Agostino (.net) - Articoli, traduzioni, grafica, web

Più visitatori e meno folklore per Webbit ’04

Seminari, didattica e orientamenti imprenditoriali caratterizzano la prima puntata della rassegna italiana. Sale l’offerta di (in)formazione e aumenta il numero dei partecipanti, si perde forse un po’ lo spirito “free” sperimentato nel passato recente.

di Nicola D’Agostino

Si è chiuso l‘8 maggio a Padova il primo di tre appuntamenti della quarta edizione dell’evento Ict italiano Webbit.
L’edizione padovana del 2004 si è svolta su uno spazio di 22 mila metri quadrati con più di 500 seminari e 200 percorsi di formazione, con rilascio gratuito di attestati di partecipazione (e un’offerta raddoppiata rispetto al 2003). 150 le aziende, mentre le associazioni e i gruppi di utenti sono 120 e i relatori indipendenti ben 250. I seminari e i percorsi formativi vanno a incarnare quest’anno dieci aree tematiche: “Business intelligence”, “Computer graphic”, “Comunicazione e marketing”, “E-learning”, “Law”, “Manufacturing”, “Open source”, “Programmazione e development”, “Salute” e “Sicurezza e networking”.

Secondo i dati rilasciati il Webbit 04 mostra con un incremento complessivo di visitatori del 20% rispetto allo scorso anno (circa 18 mila) e una crescita anche nelle presenze per gli esperti It aziendali e della Pubblica amministrazione, del 50 e del 60% rispettivamente.

L’impressione che abbiamo avuto conferma le dichiarazioni ufficiali, con un maggiore spazio riservato all’impresa anche se questo pare andare di pari passo con un costante e progressivo abbandono, nel corso degli anni, della componente più folkloristica dei gruppi di utenti, presenti ma in chiave decisamente minore. Molta attenzione all’uso dell’open source nei settori privati e pubblico e nell’intersecarsi di fenomeni comunicativi, culturali e comunitari con il suo sfruttamento pratico di conoscenze in ambito commerciale, come chiaramente espresso anche negli intenti dell’organizzazione.

Secondo tradizione è stata molto varia l’offerta di seminari che, per quel che si è avuto modo di vedere, ha spaziato tra vari filoni. Tra questi, alcune proposte hanno mirato all’alfabetizzazione sulla grafica e sul Webdesign per la comunicazione, all’introduzione a fenomeni come i social network, alla sensibilizzazione sulla sicurezza informatica o sull’utilizzo di Linux e dell’open source in ambito aziendale (con il notevole contributo della community Gentoo). Apprezzabili anche i momenti di specializzazione settoriale estrema quali quelli riguardanti la tutela penale del software, l’emotional computing o il semantic web, l’e-government, e la scrittura per l’editoria tecnica.

Il livello generale è stato come negli scorsi anni altalenante, con alcuni interventi che ci forse fin troppo indirizzati verso il basso, altri con evidenti problemi di target (platee che chiaramente non erano quelle a cui si intendeva rivolgere originariamente il relatore) o ancora altri limitati o quasi alla mera autopromozione.

La grande novità è la nascita di un progetto editoriale correlato alla manifestazione, Edizioni Webbit, che prende il via raccogliendo in tre “quaderni” tematici (Open source, E-learning e Accessibilità/usabilità e Web design) gli interventi principali dei relatori del 2003. Si tratta di veri e propri libri (dal considerevole numero di pagine) che hanno goduto di una ottima accoglienza (1000 copie vendute solo il primo giorno e 3000 prenotazioni) e che al contempo hanno la peculiarità di contenere testi rilasciati sotto licenza Gnu Fdl per cui il contenuto può essere copiato e diffuso liberamente.
Dopo l’edizione padovana la kermesse proseguirà nel corso del 2004 a Milano, il 3 e 4 giugno e a Bari, presso la Fiera del Levante, il 21 e 22 ottobre. I due prossimi appuntamenti si preannunciano tuttavia in scala ridotta e con una più modesta offerta di seminari e contributi.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it