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Persi nella rete 14 – Come ti imbroglio la fidelity card

Scambi situazionisti di tessere fedeltà, microproduzioni cineamatoriali, critici musicali automatizzati, combattere la posta spazzatura, identità virtuali e il nuovo sistema operativo GNU/Linux Fedora.

di Nicola D’Agostino

Nemmeno la musica è al riparo dai programmi on line che generano automaticamente risposte e testi pseudo-personalizzati. Uno di questi è l’Automated Music Critic (traducibile come “critico musicale automatizzato”) che sputa sentenze e ironizza sulle proposte (e i gusti musicali) dell’utente.

Creato da due autori di fumetti con trascorsi Hollywoodiani, Channel 101 è uno spazio per mostrare, criticare e pubblicizzare microproduzioni cineamatoriali di chiunque abbia l’attrezzatura e (molta) faccia tosta. Ogni mese filmati, serial e sitcom (lunghezza massima 5 minuti) si fronteggiano per aggiudicarsi posizioni preziose nella classifica del sito.

Vincitore dell’ultima edizione di una rassegna d’arte russa, Inter.face invita i navigatori a creare una propria identità virtuale assemblando graficamente un viso. La peculiarità del progetto è che questi dati possono essere usati da Inter.face per generare un viso che sia la “media” di tutte le identità scelte dagli utenti.

Mix di protesta, scherzo e situazionismo, la pagina offre ai clienti di una catena di supermercati statunitensi, Giant, di scambiarsi i codici a barre sul retro delle tessere fedeltà. Tra i fini dichiarati di Rob’s Giant BonusCard Swap Meet c’è quello di ostacolare la profilazione dei consumatori e proteggere la propria privacy.

Spamotomy è un sito dedicato ad offrire risorse atte a combattere o anche solo difendersi e limitare l’attacco quotidiano dello spam, i messaggi spazzatura in Rete. Ecco quindi programmi per svariati sistemi operativi, per amministratori di server come per l’utente casalingo, corredate da recensioni, informazioni e news sul fronte della junk mail.

Di recente una delle aziende che offrono versioni del sistema operativo Gnu/Linux, Red Hat, ha deciso di concentrarsi solo sulla clientela professionale, eliminando la linea di prodotti destinata alla piccola e media utenza. A raccogliere il testimone (e le tecnologie) di Red Hat Linux per il desktop arriva però il Fedora Project, che ha il placet e la sponsorizzazione della casa madre, ma che è portato avanti e curato interamente da volontari.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it