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Paul Gravett – “Manga” – Recensione

Manga, 60 anni di fumetto giapponese
di Paul Gravett – Logos – 176 pp. – lingua: italiano

MangaSi potrebbe sottotitolare “culture in movimento”, parafrasando una delle traduzioni dal giapponese della parola “manga”, il saggio illustrato curato da Paul Gravett e tradotto nella nostra lingua dalle edizioni Logos (che non paiono avere un sito web).

Giornalista, redattore e curatore di mostre ed eventi (c’era il suo zampino nell’incontro con Alan Moore lo scorso autunno a Londra), Gravett è uno dei veterani della scena fumettistica britannica e con “Manga” dimostra che la sua attenzione e comprensione del fumetto non si ferma alle produzioni del mondo anglosassone.

Manga: Sixty Years of Japanese Comics

Il volume, di grandi dimensioni, è un saggio dettagliato e preciso ma mai pedante che esplora la storia del fumetto giapponese contestualizzandolo anche con dati economici e politici e addentrandosi nel background degli autori. C’è un po’ tutto, dalle le origini e Tezuka fino al successo di One Piece con in mezzo Nagai, Chiba, il Gekiga, lo humor scatologico e tanto altro.

Gravett infine non si limita al mercato nipponico ma mostra anche l’effetto dei Manga su autori americani ed europei (italia inclusa. Il tutto sempre sottolineando le differenze, e le peculiarità, dell’arte sequenziale giapponese che tanto deve a quella occidentale ma che per altri versi sembra averla “raggiunta e superata” mostrando potenziali o quantomeno altre possibili strade per il fumetto.