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Opera e l’evangelizzazione degli standard del web

Richiami e consigli via email per le pagine web che non aderiscono alle specifiche W3C e penalizzano chi usa il browser Opera.

di Nicola D’Agostino

Una squadra di “evangelisti del web” con il compito di individuare siti e contattare i curatori per risolvere problemi di visualizzazione: la sta assemblando Opera Software, produttore dell’omonimo browser, che ha pubblicato offerte di lavoro in tal senso per varie nazioni tra cui Stati Uniti, China, Corea, Repubblica Ceca e ovviamente la Norvegia.

Secondo TechCrunch gli addetti di Opera sono già in azione e stanno inviando email con consigli e richieste per la modifica di HTML, CSS ed altri elementi che in generale non rendono alcuni siti web aderenti alle specifiche del W3C e nel concreto causano defaillance agli utenti del browser norvegese.

Un’azione interessata quindi? Sicuramente. Approccio aggressivo e discutibile? Forse.

D’altro canto è bene sottolineare come Opera, oltre che avanzata tecnologicamente e smaliziata commercialmente, si sia da sempre prodigata a favore dell’evoluzione del web e scagliata contro incompatibilità e particolarismi.

Lo dimostrano da un lato la sua incessante e pluriennale lotta contro Microsoft, accusata di non seguire i dettami del W3C, e dall’altro la sua presenza (con Apple e la fondazione Mozilla) nel gruppo WHATWG le cui proposte stanno contribuendo concretamente alla (lenta) definizione di Html 5.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it