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Oltre le barriere del Web

Al primo meeting dei Webmaster italiani, si discute di standard aperti e accessibilità della Rete. L’Italia bocciata in Europa.

di Nicola D’Agostino

Si è tenuto a Bologna, lo scorso 21 giugno, il primo meeting italiano della International Webmasters Association (Iwa), organizzato dalla filiale italiana dell’associazione, fondata un anno fa a Venezia (numero verde: 800-180669). L’Iwa è l’unica rappresentanza dei Webmaster all’interno del World Wide Web Consortium, il cui scopo è provvedere, in mancanza di un albo, alla crescita professionale e alla tutela della categoria attraverso la promozione di standard aperti per lo sviluppo Web.

Nel corso della giornata si sono succeduti gli interventi dei responsabili di Iwa Italia e di varie realtà a essa collegate, dai quali è emersa la volontà di affrontare i temi dell’accessibilità e dell’ottimizzazione dei siti Web ben oltre gli ambiti ristretti all’interno dei quali fino ad oggi sono rimaste relegate.

Patrizia Bertini ha introdotto il sito Webaccessibile.org, che si propone come punto di riferimento per la Wai (Web Accessibility Initiative, iniziativa per l’accessibilità del Web) italiana, fornendo una dettagliata analisi delle direttive europee in termini di accessibilità, da cui sono risultati in testa i Paesi nordici e l’Inghilterra, mentre molti Paesi del Sud, Italia compresa, fanno da fanalino di coda.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Susanna Ragazzini e Cristina Delogu, della fondazione Bordoni, ente di ricerca finanziato dall’Istituto Superiore delle Telecomunicazioni, e responsabili del sito Webxtutti.org, punto di riferimento per l’accessibilità delle risorse Internet della Pubblica Amministrazione.
Il sito si pone obiettivi come la spiegazione delle linee guida del Wai, l’offerta di strumenti di testing come Torquemada, la valutazione dei siti delle amministrazioni locali e regionali e l’avvio di un centro permanente di certificazione dell’ accessibilità.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it