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Napster: ma è davvero gratis e per tutti?

I come e i perché della nuova strategia dello storico servizio di distribuzione di musica on line. Come funziona e cosa c’è dietro.

di Nicola D’Agostino

Napster apre le porte del suo archivio e diventa gratuito e per tutti. O almeno questo è il messaggio che comunica l’azienda che fornisce il servizio commerciale di musica on line e che un tempo era leader del file sharing.

In realtà Napster renderà disponibile liberamente e gratuitamente solo l’ascolto on line dei suoi brani (circa due milioni) tramite una versione via web e quindi multipiattaforma del servizio.
Poi, come si apprende nelle Faq superato il limite di cinque ascolti di ogni canzone verrà chiesto all’utente di acquistarla o di sottoscrivere un abbonamento mensile a pagamento.

Il servizio, che si autofinanzierà grazie alle pubblicità, è per ora disponibile solo negli Usa e secondo Il Ceo Chris Gorog “aiuterà milioni di persone a uscire dal mondo delle anticipazioni da 30 secondi e dalla necessità di acquistare brani singoli”, chiara stoccata all’iTunes Music Store. Sempre Gorog ribadisce come si tratti dell’offerta migliore possibile per “offrire il piacere dell’accesso illimitato e legale alla musica” e ricorda che “Napster è nato con l’idea di eliminare ogni barriera nella scoperta, fruizione e condivisione della musica”.

Il tentativo di collegare la nuova strategia a un ritorno alle origini dell’idea dietro Napster non convince e sono già diverse le testate ad aver sottolineato come si tratti di una mossa smaccatamente commercial-pubblicitaria per risollevare le sorti di un servizio che va male ed ha percentuali minuscole nei confronti del colosso iTunes. Parecchi sono i dubbi anche sulle affermazioni di “gratuità”, “accesso illimitato”e di “legalità”. Napster è legale perché è e rimane un’offerta commerciale. Anche in questa incarnazione i limiti ci sono e non sono pochi: obbligo di registrazione per ascoltare, cinque riproduzioni massime per brano e acquisto o abbonamento disponibili solo per sistemi Windows.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it