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MyTunes, il grimaldello che sfida la Mela

Ancora una volta Apple deve fare i conti con chi usa le sue tecnologie per scaricare musica illegalmente: il fronte si allarga anche sul difficile versante Windows.

di Nicola D’Agostino

Segnalato a metà novembre e oggetto di un articolo su news.com, dopo un paio di settimane è ricomparsa on line la pagina web di MyTunes, software che estende le funzionalità di iTunes per Windows trasformandolo in uno strumento di filesharing.

My Tunes permetterebbe di copiare i brani audio da utenti remoti (invece di riprodurli solamente) rendendo così (come afferma l’autore Bill Zeller) “un po’ meglio” “il migliore programma mai scritto per Windows”, con chiaro riferimento alle affermazioni del Ceo Apple.
L’utility, gratuita, è in realtà solo l’ultima di una serie di eventi che hanno visto la casa di Cupertino destreggiarsi negli ultimi anni tra introduzione di tecnologie innovative (in cui è leader da sempre) e restrizioni delle stesse, cercando al contempo di non danneggiare il servizio di distribuzione iTunes Music Store e il buon rapporto con etichette ed associazioni di discografici.

È per questo motivo che lo scorso anno Apple è intervenuta bloccando lo sviluppatore del plug-in iCommune e in seguito ha dovuto imporre restrizioni sulla funzione di streaming introdotta con la versione 4.0 di iTunes. In seguito all’accoglienza (fin troppo) entusiasta dell’utenza ed al fiorire di programmi che permettevano di abusarne, Apple ha limitato l’ascolto alle reti locali anche se su Internet esistono numerose risorse per chi vuole aggirare l’ostacolo, tra cui il programmino iTunes401ok, realizzato proprio dall’autore di iCommune.

La novità, ed allo stesso tempo il problema, costituita dal recente MyTunes è il fatto di non essere limitato al mondo dell’utenza Macintosh ma, come la discussa dimostrazione di decodifica del digital right management dei file Aac, di pescare nel mercato ben più ampio e rischioso del mondo Windows.

Ciononostante l’approcio generale di Apple rimane finora moderato, impostato al buonsenso e alla fiducia. La scritta sulla pellicola di plastica protettiva sugli iPod in vendita recita please don’t steal music, “per favore non rubate musica”. E (aggiungiamo noi) piuttosto compratela da noi: i milioni di brani venduti, tra cui uno e mezzo nella prima settimana di vita di iTunes, sembrerebbero darle proprio ragione.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it