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Musica on line: stretta sui player?

Voci e smentite sulla volontà di far pagare anche la decodifica dei file Mp3, ripropongono il problema dei formati alternativi. Ogg Vorbis ma non solo.

di Nicola D’Agostino

In queste settimane il mondo dell’audio digitale è stato scosso da un vero e proprio terremoto. È recente la notizia che i detentori dei diritti sul formato Mp3, il Fraunhofer Institute e la Thomson Multimedia, abbiano modificato la licenza che regolamentava l’utilizzo della tecnologia: dopo l’imposizione di un balzello ai produttori di software per la codifica, ora devono pagare anche decodifica e riproduzione.

Una delle reazioni immediate è stata quella di Red Hat che ha eliminato dalle sue distribuzioni Linux tutti i player Mp3. Dopo pochi giorni è arrivata la rettifica di Thomson, secondo la quale si sarebbe trattato solo di un malinteso.

Le cose però non stanno così. L’azienda in realtà ha effettivamente eliminato dalla propria licenza alcuni decisivi passi, nei quali era specificato che non fossero previste percentuali per l’uso della tecnologia Mp3 nel caso di software desktop di decodifica e riproduzione, diffusi via Internet per uso personale.

In risposta è stata diffusa una lettera aperta, in cui Emmeth Plant, presidente di Xiph.org, gli sviluppatori di Ogg Vorbis, ha espresso la sua soddisfazione. Plant ha ringraziato la Thomson per “l’enorme quantità di pubblicità gratuita che il cambiamento della licenza ha regalato” a Vorbis. La lettera si chiude con i ringraziamenti e con l’affermazione ironica che Xiph.org “sostiene tutte le azioni della Thomson che rendono evidente l’esosità dell’MP3”.

Una cosa è certa: la diffusione di Vorbis prosegue a ritmo sostenuto. Il formato è ormai supportato da più di una dozzina di applicazioni per la creazione, conversione, riproduzione e modifica di file audio per Windows; a livello di sistema operativo dalla distribuzione Linux Lycoris Desktop/LX; inoltre, è in fase di sviluppo un player di ricambio per la versione standard del lettore portatile Rio (e per i suoi cloni, come il Dell Digital Audio); infine, Ogg Vorbis sarà usato anche dalla Bbc Radio.

Mai come adesso, dunque, è percepita la necessità di un’alternativa al discusso e problematico (in quanto poco “libero”) Mp3.

E la risposta non è limitata al solo, pur ottimo, Ogg Vorbis. Sono infatti in corso numerosi sforzi di sviluppatori e software house per la creazione, implementazione e diffusione di formati digitali di compressione audio. Questi formati, inoltre, annunciano qualcosa di innovativo: sono lossless. In altre parole, laddove MP3 e Vorbis offrono un’alta compressione del brano originario al costo di una riduzione la qualità originale, questi nuovi arrivati si propongono di ridurre il file quasi senza inficiarne le caratteristiche (nel caso si volesse “tornare indietro”).

Qualunque formato audio prevalga, comunque, la posta in gioco è grande, come si desume dalle intenzioni della Riaa, che ha annunciato di voler procedere nella sua campagna di lotta e repressione senza quartiere alla diffusione di brani digitali. Secondo l’associazione di categoria, infatti, il 41% degli utenti che ha incrementato l’uso di sistemi di file sharing (quali Kazaa e Morpheus) avrebbe affermato di acquistare meno musica originale, determinando, nei primi sei mesi del 2002, un calo del 10% nella diffusione di supporti registrati.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it