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Moebius è morto. Addio a un grande del fumetto

Ci lascia un grande fumettista e illustratore: un visionario capace di creare mondi fantastici e di spingere un po’ più in là i confini della narrazione grafica.

di Nicola D’Agostino

Moebius Inside - personaggi di Moebius

È un professionista del racconto di genere, un ideatore di mondi fantastici e uno sperimentatore come pochi della narrativa sequenziale quello che ci lascia oggi, all’età di 73 anni.

Jean Giraud, noto come “Moebius” e come “Gir” ha affascinato almeno due generazioni di lettori con le sue storie e le sue immagini, da Blueberry ad Arzach passando per il Maggiore Fatale e Silver Surfer, grazie a un enorme talento al servizio della narrazione e suggestione grafica.

Altri autori si sarebbero fermati dopo un successo come quello di Blueberry, di cui nel corso degli anni sono usciti in Francia oltre quaranta volumi. Giraud, intanto, aveva cominciato una carriera parallela con lo pseudonimo Moebius, finendo per fondare con Philippe Druillet, Jean-Pierre Dionnet e Bernard Farkas il gruppo Les Humanoïdes Associés e la rivoluzionaria rivista “Métal Hurlant”. In seno agli “Umanoidi”, Moebius propose un fumetto che aboliva la tradizionale sceneggiatura, “Il garage ermetico di Jerry Cornelius”, ma anche il visionario “Arzach” e iniziò la collaborazione con Alejandro Jodorowsky, da cui ebbe origine la saga dell’Incal.

Nei decenni successivi, ormai divenuto una star, Giraud ha collaborato con il mondo del cinema, lavorando su film come Tron, Alien, Abyss, Dune e Il quinto elemento, ha prodotto numerose illustrazioni e si è cimentato con il fumetto nordamericano, disegnando il personaggio Silver Surfer nella graphic novel “Parabola”, e scrivendo i testi per la storia “Ikaru”, disegnata da Jiro Taniguchi.

Dotato di un’immaginazione straordinaria e di un’abilità tecnica altrettanto notevole, Giraud è stato premiato dal pubblico e celebrato dalla critica, con riconoscimenti e mostre. Sua era la capacità di alternare ambientazioni western, fantascientifiche e fantasy, di dipingere affascinanti scenari postapocalittici così come favole ecologiste o ritratti erotici, usando di volta in volta un segno ricchissimo di dettagli oppure leggero ed essenziale o ancora “carico” e “sporco”, ma sempre affascinante e riconoscibilissimo.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su Panorama.it