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Microsoft ha paura degli Office online?

Secondo Microsoft, Google Docs e gli altri non possono rimpiazzare Office. Ma c’è chi ribatte e fa notare che il modello di Redmond è ormai rigido e superato e il futuro della produttività è online.

di Nicola D’Agostino

href=”http://www.zohocorp.com/”>Zoho, uno dei più agguerriti (ed avanzati) antagonisti del pacchetto Office, di cui ripropone molte delle funzioni attraverso singole webapp per fare videoscrittura, calcoli, presentazioni ed altro ancora.

Tutto nasce dalle affermazioni di Ron Markezich, responsabile di Microsoft Online secondo cui è improbabile che “Zoho, Google o Zimbra o chiunqe altro tra quelli che offrono finte funzioni Office possa rimpiazzare [Microsoft Office]”*.

Zoho Fake Office I responsabili di Zoho hanno colto la palla al balzo ed hanno subito creato un sito web promozionale intitolato FakeOffice.org che riprende la definizione di “finte funzioni Office” e la mette in discussione con tanto di testimonianze e confronti pratici nonché un invito alla prova.

Secondo Zoho la definizione sprezzante di Markezich simboleggia il problema che si trova ad affrontare Microsoft. Ad un’azienda legata ancora al rilascio periodico di software sotto forma di prodotti fisici, le offerte della concorrenza su Internet, che non costringe ad installare nulla e prevede l’uso attraverso il browser, devono per forza sembrare irreali, “finte”. E forse -aggiungiamo noi- iniziano un po’ a far paura dato che da un lato per molti utenti si stanno rivelando più che sufficienti e dall’altro le distanze in quanto a funzioni offerte si stanno riducendo.

Un interessante esempio della crescente potenza degli Office online sono le tabelle Pivot di Excel, a lungo considerate una discriminante a favore dei software tradizionali. Zoho Sheet ha aggiunto il supporto alle tabelle Pivot (insieme alle macro in Visual Basic) già nel 2008 mentre in Google Docs and Spreadsheets sono comparse lo scorso giugno, anche se per ora solo sotto forma di “gadget” offerti da terzi.

* Libera traduzione del sottoscritto dall’inglese.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it