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Mappe di iOS 6: perché Apple chiede scusa

Esaminiamo la lettera con cui Tim Cook si rivolge a utenti e opinion leader, ammettendo l’errore di gioventù cartografica e consigliando alternative per arginare le lacune

di Nicola D’Agostino

iOS 6 mappe distorte

"La scorsa settimana, con il lancio della nuova app Mappe, non siamo stati all’altezza di questo impegno. Siamo estremamente dispiaciuti di aver deluso i nostri clienti e stiamo facendo tutto il possibile per migliorare Mappe". È con queste parole che l’Amministratore delegato di Apple, Tim Cook, si è rivolto agli utenti in una lettera appena pubblicata anche in versione italiana. Cook ha ammesso pubblicamente i problemi del rimpiazzo di Google Maps in iOS 6, creato "ripartendo da zero" e ha affermato che più la nuova app Mappe verrà utilizzata e "più l’app diventerà accurata e affidabile".

Oltre a promettere miglioramente futuri il numero uno di Apple ha dovuto dedicare un paragrafo della lettera a "soluzioni alternative" fornendo un link a "app disponibili sull’App Store", e consigliando di utilizzare le versioni online delle mappe di Google e Nokia (a cui negli Stati Uniti si aggiungono anche Bing, MapQuest e Waze), con tanto di rimando a una pagina in cui si spiega come creare un’icona per i servizi citati.

Ufficialmente Cook si rivolge agli utenti che hanno aggiornato da iOS 5 a iOS 6 e a quelli che hanno comprato un iPhone 5 o iPod touch di quinta generazione che montano direttamente il nuovo sistema operativo, e che in moltissimi casi si ritrovano con mappe dalle indicazioni imprecise se non proprio totalmente sballate. Ma Cook cerca anche di limitare i danni all’immagine di Apple da quello che viene già definito come "Mapgate" e che ha dato il là a prese in giro da parte di molti utenti ma anche da parte di Motorola.

Secondo le primissime reazioni alla lettera, il "mea culpa" di Cook pare essere stato accolto positivamente. Il fatto di ammettere l’inaffidabilità del proprio prodotto in termini chiari ed inequivocabili e addirittura di consigliare di affidarsi a concorrenti diretti, conferma l’approccio pragmatico dell’erede di Jobs e probabilmente avrà l’effetto sperato, quello di ristabilire la buona fede di Apple agli occhi di analisti, testate d’informazione e soprattutto di utenti e neoacquirenti di iPhone & C senza spedirne troppi verso i lidi Android e Windows Phone.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su Panorama.it