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Madonna, il ministro e l’arte del cut-up

Fotomontaggio? Roba vecchia. Ai tempi di Internet si può fare di più: la rielaborazione sonora è alla portata di tutte le mani. Politici e pop star tra le vittime di goliardia e protesta, grazie alla potenza dei personal computer.

di Nicola Battista e Nicola D’Agostino

Nelle ultime settimane si è parlato molto in Rete di due operazioni che potrebbero essere definite “parodia a mezzo collage sonoro”. Le due illustri vittime dei casi in questione sono nientemeno che la pop star Madonna e un esponente del decaduto regime iracheno.

In un vano tentativo di porre fine allo scambio via p2p della propria musica, Madonna ha fatto circolare dei finti Mp3 dei suoi brani su Kazaa che contenevano solo pochi secondi di audio. Per la precisione si trattava della voce della cantante che si rivolgeva a chi aveva scaricato il brano con le dure parole What the fuck do you think you’re doing?, che possiamo tradurre con “Che cazzo credi di fare?”.

Una prima reazione a questa tecnica di dissuasione è stata l’attacco al sito dell’artista. Un ignoto ne ha preso possesso sostituendo il contenuto originario con la frase This is what the fuck I think I’m doing. (“Ecco cosa cazzo credo di fare”) e una serie di link per scaricare brani di Madonna.

Una seconda reazione è stata invece la diffusione del sample della voce di Madonna, ripreso da numerosi musicisti e artisti per essere usato nei loro brani, in un vortice che ha portato a un’iniziativa organizzata, il Madonna Remix Project, che in poco tempo ha ottenuto l’attenzione di fonti quali Cnn, Yahoo e anche degli attivisti per i diritti digitali.

Il testo programmatico del progetto, che si intitola Il manifesto Madonna: o cosa cazzo crediamo di fare, chiarisce alcuni dei punti chiave: inserendo le parole della star su una «base ritmica ossessiva techno» si intende «ridicolizzare il contenuto originario» e mettere in opera una critica ma anche «dimostrare come qualsiasi materiale o istanza resa pubblica si trasforma in acqua per il mulino dei futuri produttori, a prescindere dalle intenzioni dell’autore».

We love the Iraqi Information Minister

Un fenomeno simile, anche se con una motivazione opposta, si è verificato per il ministro dell’informazione irachena. Mohammed Saeed Al-Sahaf è divenuto celebre prima e durante la recente guerra degli Usa contro il regime di Saddam Hussein per le sue apparizioni di fronte a una selva di microfoni a cui rilasciava dichiarazioni improbabili quanto iperboliche nella loro retorica.

Nonostante sia sparito dopo l’ingresso delle truppe occidentali a Baghdad, il ministro è diventato un’icona della Rete. In poco tempo sono sorti un sito di fan che documenta e trasforma in tormentoni molte delle sue espressioni colorite, un’azienda del Connecticut ha messo in produzione e commercializza una bambola con le sue fattezze e, come nel caso di Madonna, le parole campionate di Al-Sahaf hanno dato vita a un progetto musicale di remix a opera di produttori dance londinesi, che pronosticano già un notevole successo commerciale per il disco.

Un po’ di storia…

Il collage, forma espressiva da tempo affermatasi nelle arti visive, è diffuso da tempo: da quando è possibile manipolare l’audio, qualcuno ha utilizzato frammenti di discorsi altrui decontestualizzandoli e ricollocandoli. Prima dell’avvento di Internet, delle schede audio e di computer di notevole potenza alla portata di tutti, questo tipo di rielaborazione e riappropriazione sonora, detto anche cut-up, era appannaggio solo di pochi che avevano accesso ai mezzi: i produttori discografici.

Nel segreto di studi grandi e piccoli, campionatori e mixer alla mano, negli scorsi decenni sono nati dischi poco noti come Mani Pulite a firma Public Prosecutor, cut-up di una storica requisitoria di Di Pietro, Ciriaco De Mita, sull’allora leader Dc, a opera degli Art Erios o gioiellini come Maggie’s Last Party (dei Vim), Rocked by Rape (Evolution Control Committee) e President Externation Dance (di Franco Godi, autore di colonne sonore e di noti jingle pubblicitari). In quest’ultimo caso, l’indiscusso protagonista è Francesco Cossiga, nel periodo delle “esternazioni” a mezzo stampa e Tv, forse il migliore esempio del genere in Italia, tanto che fu prodotto anche un video animato da Ro Marcenaro e una copia del disco fu regalata allo stesso Cossiga.

Nel brano dei Vim, la “vittima” era invece Margaret Thatcher, la lady di ferro contraria alle feste illegali accompagnate dalla musica acid house. Tra l’altro lei diceva la parola brave che ritagliata diventava rave. La Thatcher era già stata una vittima di Boy George in No Clause 28 nel cui video le si faceva dire No 28. Infine nel 45 giri Rocked by Rape, l’anchorman della Cbs Dan Rather legge una sequela interminabile di disastri, guerre, esplosioni, morti ammazzati e violenze assortite il tutto su campionamenti metal spudorati. Il responsabile, Mark Gunderson – anima degli Ecc, già noti per altre operazioni del genere – ebbe il dubbio onore di vedersi contattare dall’ufficio legale della rete televisiva americana.

Tornando ancora più indietro, verso la metà degli anni ‘80 toccò anche all’allora presidente Ronald Reagan che durante una prova microfono si lasciò sfuggire una frase in cui parlava di mettere fuori legge la Russia e di bombardamenti. Sfortunatamente (o fortunatamente, dipende dai punti di vista) qualcuno registrò le parole di Reagan, ora disponibili anche on line, che divennero il fulcro della canzone funk/hip-hop 5 Minutes a firma Bonzo Goes To Washington, dietro cui si celavano musicisti famosi come Jerry Harrison e Bootsy Collins.

La rielaborazione ai tempi di Internet

Il fenomeno di rielaborazione dell’audio on line è sempre più sconfinato. In linea col passato, ma all’insegna di una maggiore “democrazia” del mezzo, proliferano brani che sbeffeggiano tutto e tutti, come un discorso di Bill Clinton, ritagliato alla perfezione in The Out of Context Clinton, brano a firma The Collectivee tuttora reperibile su Rollingstone.com.
Qui il Presidente democratico “fuori contesto” parla di investimenti per la nuova America e tra gli applausi annuncia l’acquisto di milioni di dollari in armi di distruzioni di massa e altre amenità.
Non solo: oltre all’audio e alle immagini statiche, recentemente si è aggiunto anche il video, che inizia a essere usato e abusato in rielaborazioni più o meno legittime, ma solitamente pungenti e spiritose.

Esempi significativi di questa tendenza sono due filmati (anche questi su presidenti statunitensi, bersagli prediletti dei “manipolatori”): nel primo un discorso pieno di retorica di Bush Jr viene tagliuzzato e riassemblato dando luogo a un testo irriverente, mentre nel secondo il politico texano è affiancato dal suo collega britannico Blair: il loro “idillio” politico viene sottolineato da un incredibile montaggio video che sincronizza varie sequenze dei due leader con una tenerissima canzone d’amore.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it