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Mac Intel, debutto in società

Uno sguardo ai prodotti della svolta, per ora diffusi in leasing (a 999 dollari), in quantità molto limitate e nel cuore della comunità Apple. Sono destinati al ritiro sin dal 2006, quando compariranno i primi modelli ufficiali.

di Nicola D’Agostino

Dopo due settimane di voci, ecco i primi dati concreti sul passaggio di Apple ai chip di Intel.
In questi giorni sono stati infatti consegnati agli sviluppatori che ne hanno fatto richiesta i primi prototipi di Mac – nome in codice Apple development platform Adp2,1,per lo sviluppo e la conversione dei programmi dal codice PowerPc a quello universale anche per x86.

Secondo il sito ThinkSecret i Macintosh, esternamente identici agli attuali PowerMac G5, montano un processore Pentium 4 da 3,6 GHz con cache L2 da 2MByte, bus a 800MHz e 1 GByte di Ram. La scheda madre presenta un’unica scritta, Barracuda, mentre quella video è una Intel graphics media accelerator 800.
Diversa anche la configurazione delle ventole, mentre il sistema operativo montato è Mac Os X 10.4 apparentemente identico a quello per Ppc con l’eccezione di un pannello di controllo per attivare o disattivare la funzione di Hyper-threading.

Si conferma la possibilità di far girare Windows: Xp si installa sul Mac Intel su un disco o partizione formattata NTFS anche se ci sono problemi a sfruttare l’intero spazio del video.

Non è invece possibile per ora installare il Mac OS X fornito su un computer non Apple. Tentativi fatti su varie macchine, tra cui una targata Dell, hanno restituito messaggi di errore che parlano di configurazione hardware non supportata da Darwin x86, la base NSD di OS X. Secondo alcune fonti Apple farà uso di un particolare chip, non ancora presente sulle macchine per sviluppatori, per impedire l’uso di Mac Os X su qualsiasi computer con processore Intel.
Si tratta di un’evenienza ancora tutta da confermare: secondo dichiarazioni di Intel le motherboard per Apple saranno identiche a quelle vendute agli altri produttori di Pc e non presenteranno chipset o aggiunte proprietarie.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it