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Le sirene di Apple cantano per Windows

Ancora un successo per la Mela e la seconda generazione del suo servizio di vendita di musica on line: iTunes non si limita piĆ¹ agli utenti Mac e si trasforma in un cavallo di troia che punta a nuovi mercati.

di Nicola D’Agostino

Lo scorso 16 ottobre Apple ha aperto il suo servizio iTunes Music Store agli utenti Windows, grazie alla versione 4.1 del programma iTunes, non più limitata solo al mondo Mac.


Nota: il resto delle immagini dell’epoca sono in “Le sirene di Apple cantano per Windows: le immagini”

In tutto e per tutto identico alla versione Macintosh, iTunes per Windows è disponibile gratuitamente già da giovedì scorso (19 MByte di download, richiede Windows XP e 2000, un processore Pentium a 500 Mhz o superiore e almeno 128 MByte di Ram) e non solo facilita la vita degli utenti Pc dell’iPod, sinora costretti ad accontentarsi del software Music Match, ma punta chiaramente a un enorme allargamento del bacino di utenza, e di acquisto.

Tra le reazioni immediate, oltre al prevedibile eco dei mezzi informativi internazionali e nazionali (tra cui Cnn Italia, L’Unità, e Repubblica) utenti e recensori hanno riservato una buona accoglienza alla sortita di Apple in “territorio nemico”, ma allo stesso tempo non hanno lesinato critiche su problemi tecnici, probabilmente causati dalla “gioventù” del prodotto. Su un altro versante le caratteristiche di protezione “leggera” scelte ed implementate da Apple sono fonte di paure su possibili rischi di pirateria, ora che la base d’uso (e di abuso) si è espansa in modo sostanzioso.

Molto duro è invece stato il commento di Dave Fester di Microsoft, che tra le varie critiche ha parlato di iTunes come di un “sistema chiuso” che non permetterebbe di accedere al contenuto di altri servizi. La reazione di Fester, che è il responsabile della divisione “Windows Digital media”, è probabilmente un buon termometro per misurare le concrete e pressanti paure di Microsoft nei confronti della concorrenza.

Non solo Apple userà iTunes per diffondere e rendere popolare il formato audio Aac (in contrasto con le strategie di Seattle incentrate su Windows Media), ma l’azienda di Cupertino è in una posizione invidiabile rispetto agli altri servizi di vendita di musica on line.

Laddove molti sono ancora alle fasi preparatorie o adottano una politica confusa e con limitazioni di utilizzo, Apple procede speditamente con alle spalle sei mesi di successi, forte di nuovi accordi con America OnLine e Pepsi, di un catalogo che ha raggiunto 400.000 brani, con artisti in esclusiva e anche 200 etichette indipendenti (grazie all’opera di distributori come CD Baby). Anche le vendite sono impressionanti: 14 milioni di brani venduti,di cui un milione nel giro di pochi giorni in seguito al lancio di iTunes per Windows.

Sono cifre indubbiamente rilevanti, ma al di là delle notevoli soddisfazioni, la vendita di musica in realtà non costituirebbe l’obiettivo primario di Apple: i costi operativi sono alti e la percentuale intascata è esigua.

L’azienda di Cupertino conferma per bocca del suo vice presidente Phil Schiller e del responsabile finanziario Fred Anderson: iTunes ed il Music Store sarebbero dei “cavalli di troia” per premere ulteriormente l’acceleratore sulle vendite di lettori iPod (per cui sono stati presentati nuovissimi accessori per la registrazione audio e l’archiviazione delle foto digitali), oltre che per attirare nuovi clienti verso le soluzioni Macintosh, settori in cui le percentuali di utili netti sono decisamente più sostanziose.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it