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La sterzata di Apple verso Intel: cosa ne pensano gli sviluppatori

Pareri e commenti di chi dovrà rendere realtà, il passaggio di Apple e del parco software ai nuovi processori. Un futuro più roseo di quello dipinto dagli utenti?

di Nicola D’Agostino

Sono un misto di eccitazione per la sfida futura e di smaliziata neutralità basata sull’eperienza le reazioni degli sviluppatori del mondo Macintosh alla scelta di Appale di passare ai processori Intel.

Secondo Jim Winterwyre di Universal Audio Apple fa bene ad abbandonare la “inaffidabile” IBM mentre per Mike Matas, di Delicious Monster lo switch non costituisce un problema. Matas afferma che “se [il nuovo processore] sarà veloce e sfruttabile nel mio portatile, mi sta più che bene” e guarda inoltre con interesse alla possibilità di avere sulla stessa macchina anche Windows.

Altri sviluppatori di lunga data danno fiducia ad Apple e fanno notare come l’azienda non sia nuova a transizioni tecnologiche di una certa entità: Rich Siegel di Bare Bones Software è certo che non si tratti di una scelta presa a cuor leggero o affrontata con superficialità da Cupertino.

Altrettanto realista e pragmatico è il parere di Dave Winer, storico sviluppatore dello strumento di scripting Frontier e di Manila, una delle più note piattaforme di blogging. Winer sottolinea come negli ultimi anni la tendenza di quasi tutte le software house non sia più quella di scrivere programmi ottimizzati in linguaggio macchina ma di usare i più facili e sofisticato linguaggi di “alto livello” (come Java, Basic, C, C++ e anche Flash e Javascript), motivo per cui il tipo di CPU al centro del computer è molto meno rilevante che in passato.

Non manca chi apprezzava le finezze dell’architettura RISC e avrebbe preferito che Apple fosse rimasta con i chip PowerPC ma c’è anche chi, come i ricercatori della Lexmark, guarda con interesse al cambio perché già a suo agio con il codice per x86 e interessato a espandersi nel mondo Mac.

Concludiamo con un retroscena: nell’illustrare la conversione dei programmi Mac il CEO di Apple è stato piuttosto duro con l’ambiente commerciale di sviluppo Codewarrior, che ha esplicitamente consigliato di abbandonare. E’ vero infatti che al momento Codewarrior non permette la creazione di applicativi multipiattaforma PPC/Intel ma in passato il software si è rivelato uno strumento molto usato perché ritenuto migliore dell’offerta (gratuita) di Apple.

Al di là di apprezzamenti tecnici, c’è un dato poco noto che fa assumere alla affermazioni di Jobs una sfumatura polemica. L’azienda che produce Codewarrior, la Metrowerks, è di proprietà di Freescale, ex Motorola, con cui Jobs ed Apple hanno un conto ancora aperto per problemi nella fornitura di processori. Questi problemi alcuni anni fa sono stati alla base di uno degli stalli tecnologici della mela morsicata.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it