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La rinascita di Eudora. O forse no

È arrivato quello che si propone come l’erede dello storico client di posta elettronica della Qualcomm, Eudora. Ma per ora le novità sono poche.

di Nicola D’Agostino

eudora_logo.pngRilasciato prima in sordina e poi passato sotto i riflettori delle maggiori testate informatiche online è arrivato quello che si propone come l’erede dello storico client di posta elettronica della Qualcomm, Eudora.

Lo si trova su una pagina del wiki di Mozilla.org da cui si può scaricare la versione per Windows o per Macintosh. Per chi si stesse chiedendo cosa c’entri Mozilla con Eudora ricordiamo che nell’ottobre del 2006 la Qualcomm ha annunciato che non avrebbe più sviluppato in proprio il suo storico ed apprezzato software e che per le future versioni si sarebbe basata sul codice di Thunderbird della Mozilla Foundation, con cui avrebbe collaborato.

Ed è proprio questo che, con quasi sei mesi di ritardo sulla tabella di marcia originaria, ha fatto il suo timido esordio qualche giorno fa.

Eudora 8.0b1 è una versione rimarchiata e leggermente ricarrozzata dell’ultimo Thunderbird (e così viene identificata senza mezzi termini dal sistema operativo) che con Eudora ha davvero poco a che fare, nonostante sia spacciata anche ufficialmente come:

The first BETA release of Eudora version 8.0.0b1

I responsabili del progetto hanno in seguito corretto il tiro chiarendo come la chiave di tutto sia Penelope, un’estensione per Thunderbird che contiene tutte le caratteristiche mutuate dal vecchio software.

Ma se sulla carta si tratta di ottime notizie e di un’infusione di risorse e forse anche attenzione ad un software open source, il risultato per ora non è incoraggiante per gli utenti di vecchia data (tra cui il sottoscritto) né tantomeno lo sono le prospettive future per chi sperava in contributi esperti per migliorare Thunderbird.
La Qualcomm ha infatti svelato che ciò che c’è di buono nel suo prodotto non si può semplicemente prelevare per problemi di diritti nel codice proprietario e qualsiasi vecchia funzionalità dovrà essere reimplementata da zero.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it