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La musica “free” di SpiralFrog

È in arrivo un servizio on line che offrirà gratis i brani delle major. Ma per utenti e artisti si potrebbe rivelare tutt’altro che un affare.

di Nicola D’Agostino

Non è ancora partito e ha già suscitato perplessità. Stiamo parlando di SpiralFrog, il servizio “gratuito” di musica on line che la scorsa settimana si è annunciato in pompa magna grazie a un accordo con Universal, di cui proporrà l’intero catalogo, e trattative con le altre major discografiche Emi e Sony-Bmg.

Nelle ultime ore sono emersi vari dettagli sull’operazione, che punta a offrire ascolti liberi e a costo zero ma protetti finanziando il tutto con spazi pubblicitari.

Dietro SpiralFrog ci sono un ex Ceo dell’azienda pubblicitaria Universal McCann (il cui responsabile tecnico è un veterano di Microsoft) e altri pezzi grossi di major come Bmi e Warner con legami con la Riaa.
Questo spiega la credibilità presso le etichette -che ha comunque richiesto un cospicuo versamento di ben 2 milioni di dollari- e la scelta del formato Wma con Drm con tanto di bollino “Plays For Sure” di Microsoft. E qui cominciano problemi e dubbi.

Secondo dichiarazioni dell’addetto stampa, brani di SpiralFrog saranno fruibili solo su un PC e due “riproduttori portatili”, non si potranno masterizzare, trasferire nè ascoltare su un iPod nè tantomeno su piattaforme diverse da Windows. Dopo il download la prima volta che ascoltano il brano gli utenti dovranno sorbirsi 90 secondi di pubblicità.

Non solo: i brani saranno a scadenza, diverranno non riproducibili dopo sei mesi o se l’utente si dimentica per più di un mese di accedere al servizio e visionare le pubblicità di SpiralFrog. È un quadro non propriamente esaltante per chi tra utenti e testate d’informazione pensava di trovarsi di fronte ad un avversario formidabile per l’iTunes Music Store di Apple.

Ancora meno esaltante infine, potrebbe essere la situazione di chi ha scritto ed eseguito la musica che SpiralFrog offrirà “for free”. Digital Music Weblog, anche sulla base di passati contenziosi tra band e etichette, si chiede infatti quali saranno i termini sulle royalty dei download digitali e quanto (o addirittura “se”) gli artisti riceveranno delle ingenti somme che le multinazionali del disco intascheranno o hanno già intascato da SpiralFrog.