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La favola del server che sta a casa

Marketing virale? Falso d’autore? Campagna autoironica? O semplicemente pubblicità di dubbio gusto?

di Nicola D’Agostino

Marketing virale? Falso d’autore? Campagna autoironica? O semplicemente pubblicità di dubbio gusto?

stayathomeserverNon si sa con sicurezza, ma nel baraccone da poco conclusosi del CES 2008 tenutosi a Las Vegas, la pubblicità “Stay At Home Servers” è stato uno dei momenti più curiosi tant’è che si è meritata l’inclusione nella rassegna del “meglio del peggio” stilata da Engadget.

Dietro sembra esserci Microsoft, interessata a spingere -dopo i risultati deludenti nel salotto digitale- i server “casalinghi” e più precisamente Windows Home Server. E ha deciso di farlo con un’iconografia decisamente poco tecnologica, che punta a famiglie e bambini, a cui si rivolge il pezzo forte della campagna: un libro illustrato che spiega ai bambini “perché c’è un server in casa”.

Le reazioni in Rete variano dallo scandalizzato al divertito al perplesso, ma una cosa è certa: Microsoft è riuscita ancora una volta a far parlare di sé.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it