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Kevin Mitnick: miti all’asta

Ricercato e catturato nel 1995, il celebre hacker dal 21 gennaio sarà libero. Per pagarsi gli avvocati, si è venduto di tutto: dal tesserino carcerario, alle copie autografe dei suoi libri, ai notebook. Dal crimine al business on line.

di Nicola D’Agostino

Negli ultimi mesi del 2002, sul sito di aste elettroniche Ebay sono stati offerti due portatili usati Toshiba Satellite, entrambi con processore 80486, 4 mega di Ram e hard disk di circa 200 MByte e modem a 14.400 Bps.

Nonostante le caratteristiche superate, i computer sono partiti da una base d’asta di 8.000 dollari arrivando fino alla cifra di 15.000. Il motivo delle cifre astronomiche è semplice: si tratta dei portatili dello “hacker” Kevin Mitnick.

Etichettato come “terrorista informatico”, Mitnick, nel corso degli anni Novanta, è riuscito a violare le reti informatiche di giganti come Motorola, Nokia, Sun, Novell, intercettare numerose comunicazioni telefoniche, e soprattutto a sfuggire per ben tre anni al Fbi e ai servizi segreti statunitensi. La sua storia è narrata in diversi libri, tra cui Takedown, scritto da Tsutomu Shimomura, tecnico che ha collaborato attivamente alla sua cattura.

Arrestato nel febbraio del 1995, data in cui è stato trovato con uno dei due portatili ora in vendita, fu tenuto dal Fbi per otto mesi in isolamento per paura che con una telefonata potesse provocare il lancio di missili nucleari.

Mitnick ha ora 39 anni, è in libertà vigilata, gli è permesso l’uso solo di cellulare e computer ma non di una connessione a Internet. Aspetta la data del 21 gennaio 2003 quando sarà a tutti gli effetti un uomo libero.

Non è stato però con le mani in mano: ha fondato una società di consulenza, la Defensive Thinking e ha scritto un libro intitolato The Art Of Deception, L’arte dell’inganno, in cui chiaro è il riferimento al social engineering, tecnica usata da molti hacker per estorcere informazioni preziose. Di recente si è aggiunto un accordo per la realizzazione di filmati didattici sulla sicurezza in collaborazione con l’attore premio Oscar Kevin Spacey.

Ma non è tutto. Negli ultimi anni Mitnick, con la sua ragazza, Darci Wood, ha messo in vendita on line diversi effetti personali, ufficialmente per coprire le spese legali sinora sostenute. Tra questi ci sono la sua tessera di identificazione in carcere, la bozza di lavorazione del libro (a cui di recente si sono aggiunte alcune copie autografe) e sopratutto i due notebook Toshiba, restituitigli dopo il suo rilascio e con gli accessori a corredo ancora impolverati o avvolti nelle buste dell’Fbi con la scritta evidence: prova.

I computer sono firmati non solo da Mitnick ma anche da un altro personaggio informatico molto famoso, Steve Wozniak, cofondatore della Apple e inventore del primo personal computer a larga diffusione, l’Apple II, che ha autografato gli oggetti durante una trasmissione televisiva apponendo su uno di essi la scritta You’ve got the whole world in your hands – Woz. Questa frase, Il mondo intero è nelle tue mani, è una versione leggermente modificata di quella che il geniale Steve inseriva nelle blue boxes, gli apparecchi per telefonare senza pagare che con il suo amico e socio Steve Jobs realizzavano e vendevano in California negli anni ‘70.

I portatili tuttavia sono sinora rimasti finora invenduti: l’ultimo tentativo risale a metà del novembre scorso, ma Mitnick ha già annunciato di volerli riproporre al più presto.

Si ringrazia Enrico Zimuel per la collaborazione.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it