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L’iPhone e i numeri del mobile computing di Apple

A tre anni dall'ingresso nel mercato mobile con l'iPhone analizziamo la posizione di Apple e i risultati ottenuti.

di Nicola D’Agostino

Quasi cento milioni di dispositivi venduti in tre anni, più del venti percento del mercato degli smartphone negli USA e oltre duecentomila software disponibili sull’Ap Store. Sono questi alcuni dei risultati di Apple sciorinati dall’amministratore delegato Steve Jobs durante la presentazione dell’iPhone 4 al WWDC 2010. Vediamoli più in dettaglio.

La prima cifra da analizzare è contenuta nell’affermazione di Jobs che “questo mese verrà venduto il cento milionesimo dispositivo con iOS”.

A gennaio il totale tra iPhone e iPod touch era di settantacinque milioni, poi salito a ottantacinque all’inizio di aprile. È probabile quindi che tra aprile e maggio Apple abbia incrementato di almeno altri dieci milioni il totale e che conti di arrivare a cento grazie al contributo dei due nuovi membri della famiglia iOS (ex iPhone OS).

Anzitutto abbiamo l’iPad, di cui ne sono stati venduti già “oltre due milioni” e che se tiene l’attuale ritmo di 3 al secondo può raddoppiare questa cifra entro fine giugno. C’è poi l’iPhone 4. È vero che esordirà solo il 24 giugno ma non bisogna dimenticare che sia dell’iPhone 3G che dell 3GS ne sono stati consegnati più di un milione in pochi giorni dalla messa in commercio.

Passiamo alle percentuali di mercato dell’iPhone.
Se si considera la telefonia mobile in toto l’azienda di Cupertino è superata da Nokia, Samsung, LG, RIM e Sony Ericsson che vendono più cellulari e insieme detengono il 75% del mercato mondiale.

Nel settore smartphone, però, dal 2007 a oggi Apple ha conquistato una posizione di rilievo, perlomeno negli Stati Uniti. Lì, secondo Jobs, l’iPhone avrebbe una quota del 28% del mercato, numero che ComScore corregge a 25% e Npd abbassa a 21% ma che è comunque un ottimo risultato.
Apple non ha fornito dati relativi alla situazione europea ma a gennaio ComScore stimava che il mercato fosse dominato dai cellulari con sistema operativo Symbian e che Apple e Microsoft fossero seconde pari merito con il 14% circa. Distanziatissimo Android che nel vecchio continente è ancora al lumicino.

Come in passato Jobs ha evidenziato che le percentuali di iPhone (e iPod touch) salgono se si considera l’uso per la navigazione sul web. Anche in questo caso le cifre di di Cupertino, che rivendica il 58% degli accessi web negli Stati Uniti, sono tutte da verificare ma pare fuori di discussione che iPhone & C. abbiano il primato sui dispositivi Android e RIM.

Passiamo infine all’App Store, uno dei vantaggi della piattaforma di Apple sulla concorrenza, definita come la “più vitale comunità di app al mondo”.
Le oltre duecentomila app in catalogo sono un record difficile da battere o anche solo eguagliare, visto che continuano a venirne sottoposte di nuove a una media di quindicimila nuove ogni mese. Il problema è quello di emergere, farsi notare, o ritagliarsi una nicchia. La posta in gioco continua a essere alta, come dimostra il miliardo di dollari complessivo pagato agli sviluppatori da Apple in questi tre anni.

Buona è anche la crescita del catalogo specifico per iPad, salito a 8500 app native e con trentacinque milioni di download.
L’iPad sta inoltre dando impulso a una crescita qualitativa e economica del software, con strumenti più ambiziosi, potenti e costosi. Jobs ha citato l’esempio dell’app The Elements che costa 14,99 dollari e nei primi cinque giorni sull’App Store avrebbe guadagnato più che in cinque anni introiti pubblicitari nella precedente incarnazione come sito web, periodictable.com.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it