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iPhone Magazine 33 – Terremoto a Cupertino

Un periodo di tranquillità e stabilità. E poi uno scossone bello forte per chiarire, sia dentro che fuori Apple, che serve senso di responsabilità e spirito collaborazione.

di Nicola D’Agostino

Possiamo riassumere così il 2012 di Tim Cook, amministratore delegato erede di Jobs. Cook ha proseguito la esaltante crescita economica di iPhone e iPad, ma anche dei Macintosh, ha avviato un programma di dividendi per gli azionisti, chiesto scusa all’utenza per l’inaffidabilità delle nuove mappe di iOS 6… e ha rimosso quelle figure che per vari motivi adombravano dubbi sul futuri di Apple.

Addio quindi al nuovo responsabile del settore retail, John Browett, rivelatosi un indegno sostituto di Ron Johnson e ideatore di una dubbia politica di tagli che stava per danneggiare gli Apple Store. E addio anche a Scott Forstall, veterano di Apple, responsabile dello sviluppo dell’iPhone sin dalla sua ideazione e una delle figure più importanti e carismatiche nell’azienda.

Cook ha concluso che gli errori commessi e soprattutto l’incapacità di Forstall di collaborare produttivamente con gli altri vicepresidenti rischiavano di minare ulteriormente credibilità e eccellenza a Infinite Loop. Così facendo ha smentito chi lo riteneva un capo senza polso o una visione autonoma da quella di Jobs e ha chiarito che per salvaguardare il futuro di Apple è disposto a prendere provvedimenti radicali e rimettere in discussione lo status quo.

Una versione di questo articolo è stata originariamente pubblicata su iPhone Magazine 33, del dicembre 2012