Nicola D'Agostino (.net) - Articoli, traduzioni, grafica, web

Invisibili dietro un blog

Consigli, idee, tecniche e servizi per chi vuole scrivere in libertà sul web e mettersi al riparo da occhi indiscreti e rappresaglie.

di Nicola D’Agostino

Il blogging è uno strumento dalle mille possibilità: diario, riflessione, spazio di socializzazione, giornalismo, ricerca, e altro ancora. Ma così come offre uno spazio in cui scrivere liberamente ciò che vogliamo e come vogliamo può esporci alle attenzioni di persone, ditte o organizzazioni che non gradiscono certe opinioni o che si parli di determinati argomenti.
Non è facile raggiungere l’anonimato in rete ma enti quali l’EFF, l’associazione per la difesa dei diritti dei cittadini nell’era informatica, o Reporters Sans Frontières forniscono ai blogger suggerimenti preziosi e coordinate che possono aiutarci a essere un po’ meno esposti ed a mantenere la privacy o già solo ad evitare situazioni imbarazzanti.

una maglietta promozionale di EFF

Pseudonimi e identità virtuali

Il primo passo è quello di usare estrema circospezione nelle azioni online e nello scrivere: bisogna cercare di lasciare meno tracce possibile e non svelare alcun dettaglio che ci possa identificare.
Evitiamo quindi nomi o pseudonimi anche solo simili a quelli veri, come è saggio non far trapelare indizi sul posto in cui studiamo o lavoriamo.

il manuale di Reporters Sans Frontières

E’ buona pratica creare per il blog un’identità virtuale nuova e vergine, abbinandola a un account di posta non ricollegabile a noi per registrare il blog, facendo anche qui attenzione a non fornire informazioni compromettenti. Sarebbe meglio evitare di registrare un nostro nome di dominio per ospitare il nostro blog dato che tramite il servizio di whois chiunque può risalire ai nostri dati come nome, indirizzo, numero di telefono. Per chi proprio non può fare a meno ci sono alcuni provider, purtroppo pochi, che offrono un certo grado di anonimità come IDDP o Domains By Proxy.

Attenzione alle connessioni

Altrettanto importante è l’anonimato nelle trasmissioni dei dati. E’ decisamente una pessima idea usare il computer del lavoro o quello di casa senza prendere opportune precauzioni.
Oltre al problema della presenza degli IP nei log (e quindi di una traccia che punta all’autore), sul posto di lavoro si può incappare nella vigilanza degli amministratori di sistema e in generale di titolari e superiori un po’ ficcanaso.
Meglio usare, già dalla creazione dell’e-mail e del blog, un computer non associato a noi ma piuttosto uno adoperato da tante persone, magari in qualche luogo pubblico come istituti, biblioteche o cybercafé. Purtroppo gli ultimi sviluppi legislativi stanno obbligando anche questi ultimi a tenere dei registri rischiano di eliminare questa opzione con registri delle utenze.

I proxy

Ecco allora che entrano in gioco i proxy, che funzionano sul principio di creare uno schermo tra l’utente e i suoi giri in rete. Basta inserire il proxy nel campo apposito nel browser (o del programma che si usa, ad esempio IRC) per rendere impossibile – o perlomeno molto difficile- risalire all’IP.
Alcuni indirizzi utili per reperire proxy sono publicproxyservers.com, tools.rosinstrument.com/proxy e www.samair.ru/proxy.
Stesso metodo ma altro approccio è quello offerto da siti come anonymizer.com in cui basta digitare l’url da visitare nella casella sulla pagina.

la home page del progetto Tor, sponsorizzato da EFF

Ancora più potente e completo è il recente software Tor, sempre sponsorizzato dall’EFF, che garantisce un alto livello di anonimità facendo fare ai dati ampi giri su altri computer in una rete decentralizzata in cui i router conoscono solo il nodo più vicino.
Tor è opensource ed è disponibile come eseguibile e sorgente per Windows, Mac OS X e naturalmente GNU/Linux e vari BSD.

Invisiblog

Nell’escalation della ricerca di privacy nel blogging l’ultima frontiera si chiama Invisiblog.
Con base in Australia, Invisiblog usa la crittografia per offrire spazi gratuiti anonimi a chiunque senza che nemmeno i gestori stessi sappiano a chi appartengono. Grazie al sistema di PGP/GPG della chiave pubblica/privata è possibile registrare un account e inviare (solo) per posta testi che verranno poi pubblicati su un blog, dopo un po’ di giri su remailer anonimi.
Il risultato è un blog non riconducibile a un utente, traghettato solo dalla chiave privata, dall’url pseudocasuale (del tipo invisiblog.com/ac4589d7001ac238) che inoltre permette la verifica dell’autenticità di ogni messaggio, verificabile con la chiave pubblica.

uno dei numerosi blog anonimi di Invisiblog

Pochi ma buoni?

Un’altra tecnica atta a ridurre curiosi indesiderati e problemi è quella di filtrare a monte i lettori. Alcuni servizi di blogging online offrono la possibilità di limitare la lettura dei post solo a chi ha una password o a persone che sono in una lista di "amici". E’ il caso ad esempio di LiveJournal, in cui molte pagine di utenti, sono chiuse e la lettura è aperta solo ai pochi "invitati".

I diritti dei blogger… su un blog

All’url http://rights.journalspace.com/ c’è un blog molto speciale. E’ una carta dei diritti dei blogger.
Non si tratta purtroppo di una legge ma solo di una dichiarazione da parte dei blogger che invocano e pretendono la libertà di scrivere e discutere senza ripercussioni.
Ancora più interessante è ciò che segue: una lista di aziende e organizzazioni blogofobe che hanno minacciato, sottoposto a sanzioni, licenziato o non assunto qualcuno per ciò che ha scritto in un blog.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su "Hacker Journal" n. 89 del 01/12/2005