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Internet Archive, processo alla memoria storica

Si amplia il novero dei procedimenti giudiziari che sfruttano in un verso o nell’altro le potenzialità dell’archivio e soprattutto della sua Wayback Machine, con esiti contrastanti. Unico risultato certo, la macchina è nei guai.

di Nicola D’Agostino

Internet Archive, organizzazione no-profit e memoria storica della Rete da quasi dieci anni si trova coinvolta suo malgrado in una causa negli Stati Uniti.
Sotto accusa di infrazione del trademark è Wayback Machine che permette a chiunque di “tornare nel passato” e vedere vecchie versioni di molti siti Web che vengono periodicamente “fotografati” e conservati dall’archivio stesso.

Questa utile funzione è stata usata e accettata come prova in sede legale per la prima volta alla fine dello scorso anno per dimostrare che determinate affermazioni, in seguito rimosse, erano in effetti transitate e comparse su un sito.
Un uso simile è stato fatto di recente da uno studio legale di Philadelphia, Harding Earley Follmer & Frailey, che ha reperito pagine del 1999 per difendere un’azienda locale e risolvere un caso di contesa di marchio.

L’altra parte in causa non ha però gradito la procedura e ha contrattaccato facendo causa sia allo studio sia a Internet Archive, chiedendo un ingente risarcimento. L’accusa afferma che l’accesso alle pagine Web scadute, e in generale la loro archiviazione, siano operazioni illegali e non autorizzate.
L’uso della collezione storica in questione e nello specifico della Wayback Machine rappresenterebbe un’infrazione alle norme sul diritto d’autoree chiamerebbe in causa anche due famigerate (e spesso abusate) leggi federali statunitensi: Digital millennium copyright act e il Computer fraud and abuse act.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it