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Il Firefox sboccato

Un’aggiunta stracarica di humor nero che trasforma l’elegante volpe di fuoco nello scaricatore di porto di Internet.

di Nicola D’Agostino

Uno dei motivi per cui Firefox si è conquistato un pubblico fedele e molto ampio tra gli utenti più esigenti e smanettoni è il suo sistema di estensioni. Da soli o in combinazione con altri script (come è il caso di Greasemonkey) i plugin per il programma di Mozilla permettono di fare di tutto o quasi, trasformando il browser di volta in volta in un server web, uno strumento di videoscrittura, un player audio ed altro ancora.

Tra le invenzioni in assoluto più assurde c’è un’estensione molto particolare che risponde al nome Tourettes Machine. Inutile, divertente e anche un po’ offensiva, si tratta di un’operazione artistica del laboratorio/collettivo austriaco F.A.T. (Free Art & Technology) che si “ispira” alla Sindrome di Tourette, malattia che può causare spasmi, tic e far dire parole volgari in maniera incontrollata. L’aggiunta di Tourettes Machine a Firefox serve proprio a questo: a trasformare il browser open source in un generatore di parolacce infilate senza alcuna pietà in tutti i testi che digitiamo. Forum, e-mail, ricerche: ovunque.

Pagina web di Tourettes Machine

Come ***** si installa

Tourettes Machine, come tutte le estensioni per Firefox, è multipiattaforma e quindi funziona su Windows, Linux e Macintosh. All’indirizzo http://fffff.at/tourettesmachineinstall/ ci viene però proposta una scelta.

Esistono infatti due versioni del plugin, quella “moderate”, che aggiunge insulti ogni tanto (dopo una media di quattro parole) oppure “extreme”, che si scatena dopo **** ogni ***** parola ***** che **** scriviamo ******.
Dopo un click sulla versione che preferiamo e Firefox ci proporrà la finestra per l’installazione e poi di riavviare per completare la procedura.

Parole in libertà

A questo punto in soli 7 KB l’estensione Tourettes Machine è pronta e “helps with shit your spelling”, per usare il motto ufficiale. ;-)

Mettiamola alla prova in una innocente ricerca e tra una parola e l’altra troveremo delle sorpresine. Attenzione a non dimenticarsi della presenza dell’estensione: se si è installata la versione “moderata” e considerato che su alcune finestre e form non funziona ci si può dimenticare di averla e poi rimanere di stucco, magari mentre scriviamo con Firefox un commento su un blog o in una sessione di Instant Messaging via browser.

Tourettes Machine in azione su Google

Solo “curse words”?

L’unico “limite” (se così si può dire) di Tourettes Machine è che i termini volgari sono in inglese. Chi volesse avere insulti nella propria lingua madre dovrà rimboccarsi le maniche e localizzarlo, grazie al codice sorgente che quelli di F.A.T. “gentilmente” ci forniscono sul loro sito con istruzioni per la trasformazione in estensione.

Il video dimostrativo

Per chi vuole vedere cosa riesce a combinare l’estensione su YouTube è disponibile un video in cui si mostra l’installazione di Tourettes Machine e poi la si ammira (?) all’opera su Google e nella stesura di un messaggio in GMail.

Quando anche il database dice le parolacce

A volte personalizzare i codici può riservare delle sorprese. È quello che è capitato a un programmatore (celato dietro lo pseudonimo Phil Factor) che sul suo sito racconta di come abbia aiutato gli utenti di un software CRM (Customer Relationship Manager) a gestire i clienti usando sigle facilmente ricordabili. Spector ha fatto in modo che il software fornisse invece di serie di numeri (del tipo cliente 7639) brevi parole pseudocasuali: peccato che le parole si siano rivelate, per un errore di progettazione, molto poco casuali.

Le combinazioni del database infatti hanno iniziato a generare identificativi per i clienti come ‘buger’ (e cioè bugger, canaglia) o ‘foca’ (simile a fucker, e cioè stronzo), sigle che comparivano poi in bella vista anche sulle lettere e comunicazioni inviate in automatico alle persone in oggetto. Una situazione molto imbarazzante, tant’è che il sistema di generazione delle parole è stato rivisto e reso meno offensivo in fretta e furia…

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su "Hacker Journal" n. 143 del gennaio 2008