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Il codec video di Microsoft, una presenza ingombrante

A distanza di più di un anno dalla presentazione della proposta originaria il formato Vc-1 è ancora ben distante dall’agognato traguardo della standardizzazione. In dubbio alcuni aspetti tecnici, strategici, di licensing.

di Nicola D’Agostino

Lo scorso anno Microsoft ha proposto il suo formato di compressione video proprietario Windows Media Video 9 a Smpte (Society of motion picture and television engineers), l’ente che gestisce gli standard video su scala mondiale. L’obiettivo era quello di farsi largo nei settori dell’elettronica di consumo, film e Tv trasformandolo in uno standard, chiamato Vc-1.

Il processo di canonizzazione del formato proposto da Redmond sta però incontrando più ostacoli del previsto: le stime originarie di 12 mesi fatte da Patrick Griffis, direttore presso Microsoft del settore media standard, sono state ampiamente smentite.
Nonostante le dichiarazioni datate a ottobre dai rappresentanti dell’azienda, una scadenza precisa non è ancora in vista e c’è il rischio che Blu Ray Disc Association e Dvd Forum escludano la proposta di Microsoft dalle specifiche dei prossimi formati Digital versatile disc.

Alla base delle difficoltà c’è una serie di questioni tecniche ed economiche.
Contrariamente a quanto inizialmente affermato da Microsoft la qualità del suo codec, dopo i test di Smpte, sembrerebbe inferiore all’ H.264/Mpeg-4 dai punti di vista della compressione e della richiesta di risorse. Ironia della sorte, H.264/Mpeg-4 era stato ratificato nel maggio del 2003 da una squadra condotta proprio da un rappresentante del colosso di Bill Gates.

La questione è ancora più spinosa dal punto di vista delle specifiche e delle licenze.
Il formato Wm9, trasformato in Vc-1, è appesantito da una serie di brevetti, che devono essere concessi da tutti i detentori, ben 12 secondo il dipartimento legale incaricato dall’Mpeg.
Infine, laddove di H.264 sono disponibili a tutti i sorgenti per codifica e decodifica, Vc-1 è stato “donato” a Smpte in veste meno completa e pronta all’uso. Non esiste un’implementazione ufficiale e di riferimento, o dove esiste è insufficiente, cosa che ha rallentato e ostacolato test e analisi.

Ancora meno gradite sono le riserve che Microsoft pone sulla possibilità di implementare funzioni aggiuntive o nuove di Vc-1 nei suoi Windows Media Player (una su tutte: i sistemi di Drm). Questa strategia porrebbe il resto del mercato in netto svantaggio e costringerebbe ad una continua rincorsa del produttore di Windows.
Anche trascurando le tesi che interpretano la proposta Vc-1 come una mossa atta a ostacolare Mpeg4, gli aspetti elencati fanno dubitare molti operatori del settore sulla posizione di Microsoft, il cui ingresso in campo appare, piuttosto che un’utile apporto, una presenza ingombrante, foriera di dubbi e attriti.

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it