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I nuovi Mac G5

La linea desktop professionale della Mela si rinnova, con macchine tutte biprocessore che arrivano a 2,5 GHz. E la scomparsa della “vecchia” Cpu G4.

di Nicola D’Agostino

Il PowerMac G5 visto davanti, di lato e di dietro: l’aspetto esterno è immutato rispetto all’introduzione della linea, nel luglio dello scorso anno, quando è stato lanciato il primo computer Apple con chip a 64bit.

Quello di giugno è il secondo aggiornamento.

La nutrita dotazione di igressi e uscite del PowerMac G5. Oltre a queste, sul davanti del computer, oltre all’altoparlante, sono presenti anche porte addizionali di tipo Firewire 400 e USB 2, oltre a un minijack per l’uscita audio.

L’architettura dei G5, progettata ex novo per evitare i “colli di bottiglia” e sfruttare la potenza dei processori e di alcune tra le tecnologie più avanzate disponibili sul mercato come l’ AGP Pro 8x (segnato col num. 3), gli slot d’espansione PCI-X a 133 Mhz (n. 6), il protocollo Hyper Transport (n.7) e i dischi Serial ATA (n. 8).

Il processore RISC a 64bit (ma compatibile con il codice a 32bit) G5 progettato da IBM per Apple. Quella nei nuovi Power Macintosh a 2,5 GHz è una nuova versione del chip originale, a 90 nanomentri, che risponde al nome di PowerPC 970FX.

Una fase della produzione delle CPU G5 negli stabilimenti statunitensi IBM, altamente automatizzati. In figura vediamo in primissimo piano un “wafer”, la lastra in silicio su cui vengono realizzati i chip.

Notevole attenzione è stata dedicata al design interno, in particolare al flusso dell’aria ed alla silenziosità con un case ottimizzato e il posizionamento strategico di ventole e ingressi e uscite.

Il modello di punta con processore a 2.5Ghz, aggiunge un sistema di raffreddamento liquido, anche questo, come già per le ventole, totalmente controllato e regolato a livello software dal sistema operativo Mac OS X.

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Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it