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I numeri di Apple

È buona la salute dell’azienda di Jobs che non solo ha sotto controllo ma sta traendo benefici dalla transizione a Intel.

di Nicola D’Agostino

Il keynote di apertura tenuto da Steve Jobs e luogotenenti a San Francisco in occasione della convention per gli sviluppatori Apple è stato anche l’occasione per far il punto della situazione sulla salute dell’azienda.

La prima cifra che Jobs ha nominato sul palco è stato l’afflusso record di sviluppatori, sia per numero che provenienza, 4.200 da 48 diverse nazioni, e dai visitatori, 17 milioni, dei 157 Apple Store sparsi per gli Usa.

Ma la rinnovata fortuna della piattaforma Macintosh emerge dai risultati finanziari diffusi alla fine di luglio: l’ultimo trimestre è stato uno dei migliori di sempre e l’azienda ha venduto 1,3 milioni di Mac di cui la metà a neoutenti, presumibilmente provenienti da Windows.
Di questi Mac circa tre quarti erano modelli con processori Intel e Jobs ha sottolineato il successo di MacBook Pro e in particolare dei MacBook che hanno fatto raddoppiare in sei mesi le quote di mercato di Apple nel settore portatili passando dal 6% di gennaio all’attuale 12%.

Il grosso della migrazione a Intelsembrerebbe quindi non solo ormai completato – anche con l’arrivo degli ultimi due tasselli mancanti – ma pare portato a compimento in un periodo più breve di quello stimato e con effetti positivi sull’espansione della mela morsicata, che però per ora viene trainata principalmente dall’iPod.

Dal WWDC2006 arrivano anche diversi dati utili sul software. In attesa di Leopard, il primo OS venduto anche per Mac Intel, il parco software in versione Universal ha superato quota 3000. Oltre ai pacchetti convertiti abbiamo nuovi arrivi e qualche sorpresa spiacevole. Per le prime citiamo l’annuncio di una versione per Mac di VMWare.

L’annuncio è però controbilanciato da Microsoft che ha deciso di interrompere lo sviluppo di Virtual Pc, adducendo l’estrema difficoltà di conversione del codice da PowerPc a Intel. L’azienda di Gates, insieme ad Adobe, è tra le grandi software house a non aver ancora fatto il porting dei suoi prodotti per i Mac Intel che per ora vengono usati in emulazione tramite una funzionalità del Mac Os detta Rosetta.