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Gusto retrò

Il primo computer non si scorda mai. Per questo, gli amanti dei calcolatori antiquati sono animati da una sfrenata passione.

di Nicola D’Agostino

Il 27 aprile del 2003, presso il MUel-Museo Elettronico di Varese, ha avuto luogo la prima edizione di "Varese Retrocomputing".

La manifestazione si è articolata su un intero pomeriggio con interventi di esperti e collezionisti di retrocomputing, che hanno parlato e presentato, anche in funzione, numerosi computer che hanno fatto la storia dell’informatica.
Ne parliamo con Bruno Grampa, organizzatore della manifestazione.

Nicola D’Agostino: Come è nata la manifestazione e quali sono i suoi obiettivi?
Bruno Grampa: Varese Retrocomputing è nata con l’obiettivo di affrontare il retrocomputing con un’ottica un po’ diversa: non solo recuperare e riparare vecchi computer ma renderli i protagonisti di chiacchierate che ci consentano di imparare qualcosa dalla loro storia. Tutto questo attraverso delle mini conferenze dove poter ascoltare direttamente dalla voce dei protagonisti la storia e le caratteristiche di questi affascinanti oggetti.

NDA: Cos’è per te il retrocomputing?
BG: Mi sono avvicinato al retrocomputing per avere il piacere di possedere quei computer che, da giovane, non avevo avuto il piacere di possedere. Ho scoperto di poter condividere questa mia passione con molte altre persone e che potevo imparare da questi vecchi sistemi molto più di quanto non avessi superficialmente immaginato.
Il successo commerciale di alcuni computer non è stato direttamente legato alle capacità tecniche degli stessi; ci sono computer che sono stati veramente innovativi e che sul mercato non si sono distinti ma dai quali ancora oggi si possono cogliere visioni e idee rivoluzionarie. Non si può non tenere presente che le nostre generazioni hanno visto nascere l’informatica attuale, un avvenimento che per la sua evoluzione e rapidità è stato veramente unico e formidabile e come tale deve essere documentato.

NDA: Un tuo bilancio su Varese Retrocomputing 2003?
BG: Il bilancio è decisamente positivo: non mi aspettavo una partecipazione così numerosa nè il successo di critica che ha seguito la manifestazione.
E’ stata una avventura fisicamente e psicologicamente faticosa, ma la soddisfazione è stata veramente grandissima.

NDA: La curiosità o l’oggetto esposto che ti ha affascinato di più?
BG: Mi hanno affascinato moltissimo il Mac del ventesimo anniversario, il Lisa Apple e tutti i cloni russi dello Spectrum Sinclair.
E’ stato invece molto gentile e simpatico il sig. Mazzocco che ha partecipato alla manifestazione portando direttamente una serie di oggetti (da lui definite anticaglie!) che ci ha poi illustrato. Non mi aspettavo proprio una partecipazione simile!

NDA: E’ prevista una edizione 2004 e in caso affermativo cosa possiamo aspettarci?
BG: Sì, mi piacerebbe moltissimo che Varese Retrocomputing diventasse una manifestazione con cadenza annuale. Da questa prima edizione abbiamo tratto moltissime idee e spunti che speriamo di mettere in pratica l’anno prossimo. Sicuramente proseguiremo sulla strada che ci ha fin qui caratterizzato e portato fortuna, ovvero le conferenze.
Nel frattempo il sito internet della manifestazione verrà nelle prossime settimane ristrutturato per fornire notizie ed anticipazioni sulle prossime iniziative.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su "Hacker Journal" n. 26 del 22/05/2003