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Gli mp3 di Amazon: liberi ma non troppo?

La comodità del download online vale la perdita di alcuni dei nostri diritti?

di Nicola D’Agostino

L’offerta di Amazon MP3 è stata accolta da un coro unanime (o quasi) di approvazione. Qualcuno, come il nostro Nicola Battista su Mytech ha messo in guardia sulle motivazioni dell’ottima offerta e sui possibili rischi che questa porterà a chi aderirà al servizio, magari preferendolo al meno “libero” iTunes di Apple.

Amazon mp3Un altro avvertimento da non trascurare viene in questi giorni da Brier Dudley sul Seattle Times che consiglia vivamente agli statunitensi (per ora il servizio non è disponibile che oltreoceano) di leggere bene le scritte “in piccolo” nel contratto prima di acquistare da Amazon.

Si scopre infatti che gli MP3 non hanno protezioni di tipo tecnologico ma le restrizioni d’uso sono parecchie e secondo alcuni cozzano pesantemente con il cosiddetto “fair use”. I brani in vendita si possono infatti “copiare, archiviare, trasferire e masterizzare” a uso personale ma è vietato “ridistribuire, trasmettere, conferire, vendere, emettere, affittare, condividere, modificare, adattare, manipolare, conferire sotto-licenze o in alcun modo trasferire o usare il contenuto digitale”.

In sostanza Amazon MP3 è sì un passo avanti rispetto ad iTunes ma resta comunque uno indietro all’acquistare musica su supporto fisico. Al che viene spontanea una domanda: la comodità del download online vale la perdita di alcuni dei nostri diritti?

Articolo originariamente pubblicato su Mytech.it